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L’allarme dell’Ocse: i ritardi nel PNRR potrebbero ridurre la crescita del Pil | Lo scenario

Secondo quanto sostiene l’Ocse, i ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripristino e Resilienza (Pnrr) potrebbero ridurre la crescita del Pil dell’Italia. Lo sostiene l’organizzazione nell’economic outlook di giugno aggiungendo che la rapida implementazione delle riforme strutturali e dei piani di investimento pubblico nel Pnrr sarà fondamentale per sostenere l’attività nel breve termine e per gettare le basi di una crescita sostenibile nel medio termine.

L’Ocse sottolinea che «le riforme in corso della pubblica amministrazione, del sistema giudiziario e della concorrenza sono a buon punto e restano fondamentali per aumentare il Pil nel medio termine. Ma la spesa dei fondi NextGenerationEu è in netto ritardo, con la spesa cumulata che alla fine del 2022 era di circa il 50% inferiore ai piani di spesa iniziali, il che riflette principalmente ritardi nell’attuazione di progetti di investimento pubblico».

Per questo, secondo gli economisti di Parigi, «la priorità dovrebbe essere quella di sostituire rapidamente progetti non fattibili con progetti fattibili e rafforzare la capacità della pubblica amministrazione di agire in modo efficiente gestire e realizzare i progetti di spesa pubblica previsti dal Pnrr. Questi progetti includono fondamentalmente la spesa per le infrastrutture per facilitare le transizioni digitale e verde, nonché l’espansione di servizi di assistenza pubblica all’infanzia per promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro in un contesto di rapido sviluppo riduzione della popolazione in età lavorativa».

«L’orientamento di bilancio leggermente restrittivo» dell’Italia «appare ampiamente appropriato e negli anni a venire sarà necessario un consolidamento continuo per porre fine al problema rapporto debito/Pil su un percorso più sostenibile». Precisando che «le riforme strutturali saranno un elemento chiave per sostenere la crescita e ridurre il rapporto fra debito pubblico e pil». Secondo le stime dell’Ocse, il debito quest’anno scenderà al 140,7% e nel 2024 al 139,4%, mentre il deficit scenderà dall’8% del Pil dello scorso anno al 4,1% per poi calare ulteriormente al 3,2% nel 2024.

In particolare, l’Ocse sostiene che «mentre la politica fiscale nel periodo 2023-24 trova un giusto equilibrio tra prudenza di bilancio e sostegno alla crescita, negli anni a venire sarà necessario un maggiore risanamento dei conti per aumentare il rapporto debito/Pil lungo un percorso più sostenibile». Secondo gli economisti di Parigi «i piani di consolidamento dovrebbero includere misure ambiziose per combattere l’evasione fiscale e revisioni complete della spesa per aumentare l’efficienza della spesa pubblica» E anche l’attuazione delle misure del Pnrr innalzando la crescita «potrebbero avere il beneficio aggiuntivo di ridurre il rapporto tra debito e Pil». L’organizzazione internazionale ricorda tra l’altro anche che «sta anche aumentando il costo del governo per rifinanziare l’ampio stock di debito pubblico, con i costi del servizio del debito dovrebbero raggiungere circa il 4% del pil nel 2024».

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