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[Lo scenario] Serve una banca europea per il gas e più gnl (gas naturale liquefatto)

Acquisti congiunti di gas, maggiore capacità di stoccaggio e aumento dell’importazione di gnl, il gas naturale liquefatto.

Intervistato da Jan Hauser e Tobias Piller per il Frankfurter Allgemeine Zeitung, l’ex amministratore delegato di Snam, Marco Alvera’, lancia le sue proposte per uno scudo europeo contro i rincari shock e il rischio di carenza di energia.

Proposte, sottolinea Alvera’, che sarebbe stato bene attuare anche prima dell’esplosione del conflitto in Ucraina, perché la corsa dei prezzi del gas è partita già a novembre 2021, quando la Cina ha iniziato ad acquistare gnl in grandi quantità proprio quando le scorte erano al minimo. La forte crescita della domanda di gas, nelle stime di Alvera’, continuerà fino al 2050.

L’Europa rischia di restare indietro, mentre la Cina ha già in cantiere nuovi progetti di gnl per far fronte a 370 miliardi di metri cubi di consumo di gas all’anno, un volume vicino al consumo totale di gas dell’Unione europea.

Le maggiori preoccupazioni, spiega MF-Milano Finanza, sono ovviamente legate all’oggi, con le forniture russe ormai al minimo e le incertezze per il prossimo inverno, considerato che, come ricordato dal manager alla Faz, anche in un paese con un clima non particolarmente rigido come l’Italia, il consumo di gas è 2,5 volte superiore in una giornata particolarmente rigida rispetto a una giornata invernale mite.

Il quadro tratteggiato da Alvera’ nell’intervista mette in luce anche tutte le storture di un mercato non regolamentato, che consente al prezzo della fornitura più costosa di stabilire quello per l’intero mercato, perché il prezzo del giorno si forma in base al più alto registrato quotidianamente.

In questo modo, il produttore della fonte più economica può allinearsi al prezzo massimo, realizzando grandi profitti. Secondo Alvera’, i prezzi elevati non indicano necessariamente speculazione, piuttosto riflettono l’esigenza di molte aziende ad alta intensità energetica a coprirsi dal rischio forniture.

Essendo queste attività finanziarie non molto liquide al momento, la copertura è costosa, con un effetto inflazione sul prezzo del gas.

Sulle 3 proposte per calmierare il mercato, l’ex ad di Snam spiega che un acquirente congiunto, per l’intera Ue o gruppo di Stati, andrebbe considerato come una banca centrale per il gas.

Dovrebbe acquistare quando c’è disponibilità (preferibilmente durante l’estate) e consegnare quando serve, accollandosi gli oneri degli alti prezzi del gas, che però, sottolinea Alvera’, sarebbero di gran lunga inferiori agli attuali.

L’acquirente congiunto potrebbe anche garantire gli investimenti di nuove infrastrutture gnl per l’Europa, sottoscrivendo contratti di fornitura a lungo termine. Sulla diversificazione delle forniture, l’invito è a guardare anche a Usa e Argentina, dove l’Europa potrebbe costruire infrastrutture in cambio dell’esclusiva sul gas prodotto.

L’investimento è stimato in circa 100 miliardi di euro. Servirebbe anche aumentare le navi per il trasporto del gnl, da 4 a 5 in più per ogni terminal di spedizione. Alvera’ non vede ostacoli per allargare la capacità di stoccaggio: in Europa c’è abbondanza di giacimenti di gas vuoti da convertire in depositi.

Inutile invece, rispondere alla crisi con politiche nazionali: davanti a mercati di dimensione comunitaria non sarebbero efficaci. Alvera’ oggi è a capo di Tes (Tree energy solutions) ed è anche un convinto sostenitore dell’idrogeno e sta realizzando il più grande terminale europeo d’importazione, a Wilhelmshaven.

Anche i gasdotti potranno trasportare gas verde prodotto da idrogeno verde. Oggi il gas costa oltre 200 euro per MWh e l’elettricità ben 500 euro per MWh: secondo Alvera’ l’idrogeno verde potrà essere prodotto a 25 euro per MWh.

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