Italiani più accorti con il carrello della spesa e attenti ad evitare di gettare cibo a casa. Si fa fronte anche così alla corsa dell’inflazione e al caro bollette visto che in un anno lo spreco alimentare è sceso del 12%, per un valore di 6,48 miliardi di euro.
Una cifra che arriva a superare i 9,3 miliardi, considerando le perdite lungo la filiera, dal campo alla catena dell’industria alla distribuzione.
È quanto emerge dal report ‘Il caso Italia’ 2023 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, presentato in vista della decima Giornata nazionale di prevenzione del 5 febbraio, per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna.
In base ai nuovi dati riferiti a gennaio 2023, gli italiani gettano in media 524,1 grammi pro capite a settimana di cibo (contro 595,3 gr), ovvero 75 grammi di cibo al giorno e 27,253 kg annui. Un dato che si accentua al Sud (+8% rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+38%).
Nella top dei cibi più sprecati in 7 giorni ci sono frutta (24 gr), insalate (17,6 gr), cipolle e aglio (17,1 gr), pane (16,3 gr) e verdure (16 gr).
Rispetto a due anni fa e a parità di budget, emerge che quasi il 26% è attento al consumo di carne (26%), filiera tra le più virtuose con 11 grammi di spreco per famiglia secondo l’Associazione Carni Sostenibili, mentre 40% va a caccia di promozioni e il 27% della sostenibilità del cibo.
Tra le altre forme di risparmio, il 47% degli italiani ha ridotto gli svaghi, da pranzi e cene al ristorante (42%) alla colazione al bar (33%); a scendere del 19% sono anche il cibo in delivery o d’asporto e la gastronomia pronta al supermercato.
Intanto, segnala la Coldiretti, il 35% degli italiani ha tagliato gli sprechi adottando a casa soluzioni per salvare il cibo e recuperare quello che resta a tavola.
“Non è lontano l’obiettivo Onu di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030”, ha detto il fondatore Spreco Zero Andrea Segrè.
Anche perché come ha stimato il vice direttore della Fao, Maurizio Martina, “1,2 miliardi di persone nel mondo potrebbero mangiare meglio se riuscissimo a lavorare su spreco e perdite di cibo”.
Un obiettivo raggiungibile con un gioco di squadra di tutta la filiera, come hanno confermato i diversi rappresentanti.
Secondo Agrinsieme, coordinamento Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, fondamentale il ruolo della ricerca per ridurre malattie fitosanitarie che comportano scarti della produzione, ma anche interventi su logiche commerciali che bocciano prodotti di calibro troppo piccolo o esteticamente non attraenti.
Federalimentare ha evidenziato il suo impegno a prevenire lo spreco attraverso una serie di azioni che spingono il consumatore verso modelli più consapevoli, come packaging più evoluti in grado di preservare più a lungo sicurezza e qualità degli alimenti, come anche garantire l’estensione della shelf-life.
Importante, come ha detto Confcommercio, anche il ruolo delle imprese della distribuzione e della ristorazione, “dove sta crescendo la possibilità di portare a casa gli alimenti non consumati”, tuttavia, “occorre fare di più ripensando anche alla fase della preparazione dei piatti, oltre che a quella della conservazione dei prodotti”.