«Siamo finalmente in discesa, con una normalità riconquistata perché la strategia delle riaperture graduali è stata premiante. Le vaccinazioni hanno un ruolo chiave e ancor più lo avranno nelle prossime settimane, quando sarà il turno degli adolescenti. Il prossimo passo sarà la disponibilità di dosi autorizzate per bambini tra 6 mesi e 12 anni. Magari il vaccino anti Covid potrebbe essere inserito nel calendario delle vaccinazioni dell’infanzia raccomandate». Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera l’immunologo clinico Francesco Le Foche, che vede «un’estate positiva, nel senso buono» anche se tante persone di età superiore ai 60 anni non si sono ancora immunizzate.
«Credo che non si tratti di no vax, ma di cittadini difficili da raggiungere o perché abitano in piccoli paesi o perché non hanno dimestichezza col computer e quindi faticano a entrare nel sistema degli appuntamenti. Le vaccinazioni in farmacia saranno uno sprone per i ritardatari». Finita la fase dei grandi poli vaccinali, fondamentali finora per imprimere un’accelerazione alla campagna «adesso si dovrebbe passare a centri di prossimità, più vicini agli utenti. Mi riferisco agli ambulatori dei medici di medicina generale che conoscendo personalmente i loro pazienti possono agevolarne l’adesione. Poi le farmacie», spiega.
«In vista della chiamata per i 12-15enni ai genitori per convincerli a non tirarsi indietro dico che il vaccino è efficace al 100%. I genitori devono capire che farlo fare ai figli significa ridurre lo spazio di azione del virus che troverebbe nei giovani non immunizzati una sorta di serbatoio di infezioni, pericoloso per gli ultra sessantenni che di Covid possono ammalarsi gravemente e anche morire. Se puntiamo a mettere all’angolo il Sars-CoV-2 dobbiamo intendere la vaccinazione come un atto di educazione civica», conclude.