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[L’analisi] Giorgia Meloni si racconta al Washington Post: «Ecco perché sono pronta a fare il premier»

Io la nuova premier? A parlare saranno le urne. Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, si racconta in una lunga intervista ai corrispondenti da Roma del Washington Post, dove parla di sé e del programma del suo partito che definisce «conservatore» ammettendo che, di fronte alla possibilità di governare “le tremano le mani”.

«No, non voglio essere premier. Non ho mai considerato la politica come una questione personale. Quando mi sono impegnata in politica non avrei mai pensato che sarei diventata una politica. Volevo fare l’interprete o la traduttrice. E sono giornalista. Ciò detto, poiché credo di avere un obbligo nei confronti dei cittadini, qualora gli italiani decidessero che vogliono Meloni premier, sarò premier. Tenendo in considerazione il fatto che la decisione ultima spetta al presidente della Repubblica».

«Ci ritroveremmo a governare l’Italia in quella che forse è una delle situazioni più complesse di sempre. Nel contesto europeo siamo in fondo alla classifica su tutti i fattori macroeconomici; il nostro debito pubblico è totalmente fuori controllo. Abbiamo a che fare con una povertà crescente», spiega Meloni al quotidiano Usa che oggi dedica alla leader di Fratelli d’Italia anche un editoriale intitolato “Una politica di estrema destra in procinto di diventare la prima donna premier in Italia”.

«Siamo un partito conservatore. Sono il presidente dei conservatori europei, e da tempo definisco Fratelli d’Italia un partito conservatore» sottolinea Meloni. «Penso che non ci siano dubbi sul fatto che i nostri valori siano conservatori. Il tema della libertà individuale, le imprese private, la libertà dell’istruzione, la centralità della famiglia e il suo ruolo nella nostra società, la protezione dei confini dall’immigrazione incontrollata, la difesa dell’identità nazionale italiana: sono questi i temi di cui ci occupiamo».

Quanto al rapporto con l’Europa e alla diffidenza con cui a Bruxelles si guarda ad una sua eventuale vittoria Meloni sottolinea che gli italiani «sono liberi di eleggere chi vogliono»: «Se dovessimo vincere le elezioni, una volta che presenteremo la nostra prima legge di bilancio forse all’estero si noterà che esistono partiti più seri di quelli che hanno aumentato il nostro debito per acquistare i banchi di scuola con le rotelle. Quindi non ho bisogno di sentirmi accettata. E con questo intendo: non mi considero una minaccia, una persona mostruosa o pericolosa».

«Mi considero una persona molto seria e penso che sia con serietà che dobbiamo rispondere agli attacchi che ci stanno muovendo. Non nego di aver criticato l’Ue e spesso le sue priorità, ma forse in alcuni casi non ci siamo sbagliati. Quello che sta succedendo in questi anni, con la pandemia e la guerra, dimostra quante priorità europee siano state fuori luogo». Su temi delicati come le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, la leader di Fratelli d’Italia ribadisce di non essere a favore. «Penso che un bambino sfortunato debba ricevere il meglio. E la cosa migliore è avere un padre e una madre. Sono cresciuta senza un padre. Sono stata cresciuto bene? Per l’amor di Dio, sì. Avrei voluto un padre? Sì».

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