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[L’analisi] L’oro è in traiettoria positiva, ma serve un monito

L’oro è in salita. Solo nei primi tre mesi dell’anno è passato da 1790 a 2050 dollari l’oncia, per poi iniziare a perdere valore fino a 1600 dollari l’oncia e attestarsi nuovamente nelle scorse settimane sui valori di inizio anno. Per Marco Mencini, senior portfolio manager equity di Plenisfer Investments, sono quattro i fattori che hanno influenzato e continueranno a incidere sui prezzi dell’oro: le politiche monetarie, l’andamento del dollaro, la crisi delle crypto valute e gli acquisti delle Banche centrali.

Mencini evidenzia come nonostante l’oro «ha considerato storicamente il classico bene rifugio in situazioni di forte instabilità geopolitica ed inflazione crescente, il rialzo dei tassi ha reso nei mesi scorsi l’oro meno appetibile rispetto ai titoli di Stato, considerata la sua incapacità di generare reddito». Inoltre, «l’apprezzamento del dollaro nel 2022 ha penalizzato il prezzo dell’oro che viene tipicamente acquistato in tale valuta».

«Infatti, il deprezzamento del dollaro delle ultime settimane ha sostenuto il rialzo del prezzo dell’oro. A generare la debolezza del dollaro sono le aspettative di una Fed progressivamente meno aggressiva nella politica di rialzo dei tassi». Dopo il recente default della piattaforma di exchange crypto Ftx, il valore del mercato delle cripto è crollato sotto gli 800 miliardi. «Tale crisi ha riportato l’attenzione sul lingotto che è tornato ad assolvere pienamente la funzione di bene rifugio con conseguente apprezzamento del proprio valore».

Un altro fattore rialzista a supporto del prezzo dell’oro sono stati gli acquisti di riserve auree da parte delle Banche centrali, particolarmente ingenti nei periodi in incertezza, come quello attuale. Secondo l’ultimo rapporto del World Gold Council, si stima che, nel solo terzo trimestre del 2022, siano stati acquistati quasi 400 tonnellate di lingotti nel mondo, arrivando a toccare livelli di accumulo che non si vedevano da circa 50 anni.

«I trend in atto nell’ambito dei fattori descritti sembrano ad oggi indicare una direzione costruttiva per l’oro, ma la loro evoluzione dovrà essere monitorata con attenzione. Un eventuale cambio dello scenario di riferimento, connesso per esempio al termine della crisi ucraina e al rientro progressivo dei prezzi delle materie prime energetiche, con ricadute positive sulle prospettive economiche e sui mercati finanziari, potrebbe invertire tali trend», conclude Mencini.

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