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[L’analisi] Lo stile Draghi: nessun compenso come premier, una donna a capo dei servizi segreti e un vademecum per le nuove nomine delle società controllate dallo Stato. Ecco tutti i criteri

Il Presidente del Consiglio, Mario  Draghi, non percepisce compensi come premier.

Lo si apprende dai  dati sull’Amministrazione trasparente, pubblicati sul sito del  Governo. 

Il sito pubblica anche i costi delle trasferte del premier.

Per l’unica trasferta di marzo 2021 (presumibilmente quella di  Bergamo) i costi di trasferimento sono ammontati a 330 euro, i  pasti e pernottamenti a 549 euro.

Il curriculum del premier

Il sito del Governo pubblica anche il  seguente curriculum di Mario Draghi: “MARIO DRAGHI e’ Presidente  della Banca Centrale Europea da novembre 2011 a novembre 2019. In qualita’ di Presidente e’ a capo del Consiglio direttivo e  del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea e presiede  il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico. E’ anche membro  del Consiglio di Amministrazione della Banca dei Regolamenti  Internazionali. Dal 2006 a ottobre 2011 ricopre la carica di  Governatore della Banca d’Italia. Nell’aprile del 2006 viene  eletto Presidente del Financial Stability Forum, poi divenuto  Financial Stability Board, carica che ricopre fino a novembre  2011. Prima di essere nominato Governatore della Banca d’Italia,  dal 2002 al 2005 Mario Draghi e’ Vice Chairman e Managing  Director di Goldman Sachs International. E’ Direttore Generale  del Tesoro (1991-2001), Presidente del Comitato Economico e  Finanziario della Comunita’ Europea (2000-2001) e Presidente del  Working Party 3 dell’OCSE (1999-2001). Dal 1984 al 1990 e’  Direttore Esecutivo della Banca Mondiale. Fino al 1990 e’  Professore Ordinario di Economia presso l’Universita’ di  Firenze. Si laurea presso l’Universita’ di Roma nel 1970 e nel  1977 consegue il dottorato di Ricerca in Economia presso il  Massachusetts Institute of Technology”.

La prima donna alla guida dei Servizi Segreti

Ma il nuovo stile che il premier Draghi vuole imprimere alle scelte di Governo emerge anche da una serie di altre scelte che proprio ieri hanno visto la luce.

Elisabetta Belloni è stata nominata dal premier Mario Draghi alla guida dei servizi segreti italiani.

La diplomatica di carriera è la prima donna a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ed è soltanto l’ultima delle “prime volte” di Belloni, che ha assunto nella sua carriera ruoli che mai prima erano stati affidati a una donna, dall’Unità di crisi a segretario generale della Farnesina. 

L’ambasciatore Belloni prende il posto del prefetto Gennaro Vecchione.

Il nome della Belloni è noto al grande pubblico dagli anni 2000 quando tra il 2004 e il 2008 è stata alla direzione dell’Unità di crisi della Farnesina e si è occupa delle operazioni che riguardando gli italiani in ostaggio, feriti o uccisi in catastrofi naturali o attentati.

Tra i casi più celebri, le trattative per la liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, rapito nel 2007 in Afghanistan.

Belloni coordinò le prime ricerche degli italiani dispersi in occasione dello tsunami del 2004 in Thailandia. 

E’ nata l’1 settembre del 1958 a Roma, è laureata in Scienze politiche all’università Luiss, lavora al ministero degli Esteri dal 1985 con un passaggio alle rappresentanze italiane presso organizzazioni internazionali a Vienna e l’ambasciata di Bratislava.

Ha occupato diversi ruoli alla Farnesina: dal 2016 è stata nominata segretario generale del ministero degli Esteri, il più alto incarico riservato a un diplomatico di carriera ed è stata la prima donna in questo posto, come fu la prima a capo dell’Unità di crisi.

Nel 2018 il suo nome era circolato per la guida come premier di un governo tecnico.

Altri nuovi incarichi

Ieri il Consiglio dei Ministri ha dato corso anche ad altre nomine:

il conferimento dell’incarico di Segretario generale del  Ministero degli affari esteri e della cooperazione  internazionale all’Ambasciatore Ettore Francesco Sequi;  

su proposta del Ministro della difesa, Lorenzo Guerini: la promozione al grado di ammiraglio di squadra degli ammiragli  di divisione del ruolo normale del Corpo di stato maggiore della  Marina militare in servizio permanente, Giuseppe Berutti  Bergotto e Paolo Pezzutti;  

la promozione a Generale di corpo d’armata dei generali di  divisione del ruolo normale delle Armi di fanteria, cavalleria,  artiglieria, genio, trasmissioni dell’Esercito in servizio  permanente Vasco Angelotti, Ignazio Gamba e Nicola Zanelli;  

su proposta del Ministro per le politiche agricole, alimentari e  forestali:  -la conferma del dott. Francesco Saverio Abate, dirigente di  prima fascia dei ruoli del Ministero delle politiche agricole  alimentari e forestali, nell’incarico di Capo del Dipartimento  delle politiche competitive, della qualita’ agroalimentare, della  pesca e dell’ippica;

la conferma del dott. Felice Assenza, dirigente di prima fascia  dei ruoli del Ministero delle politiche agricole alimentari e  forestali, nell’incarico di Capo del Dipartimento  dell’Ispettorato centrale della tutela della qualita’ e della  repressione frodi dei prodotti agroalimentari;  

la conferma del dott. Giuseppe Blasi, dirigente di prima fascia  dei ruoli del Ministero delle politiche agricole alimentari e  forestali, nell’incarico di Capo del Dipartimento delle  politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale. 

Infine, su proposta del Ministro della Salute, Roberto Speranza,  il Consiglio dei ministri ha deliberato il conferimento  dell’incarico di Segretario generale del Ministero della salute  al dott. Giovanni Leonardi, dirigente di prima fascia del  Ministero.

Nuove regole per le nomine

Il ministero dell’Economia Daniele Franco – come anticipato dal quotidiano Il Domani – ha inviato il 31 marzo una direttiva al Tesoro diretto da Alessandro Rivera: ha voluto regolamentare più nel dettaglio le procedure di selezione dei nuovi amministratori delle società controllate non quotate e anche le procedure per la selezione degli amministratori delle società controllate indirettamente, una galassia che nei prossimi mesi potrebbe includere anche società come Open Fiber, coinvolta nella partita della rete unica.

Un messaggio, quello del Tesoro, quantomeno di ordine e disciplina.

I criteri per le nomine

Il ministro ribadisce al dipartimento del Tesoro l’obbligo di indicare le posizioni in scadenza, mantiene il ricorso alle società di head hunting, ma chiede a tutti anche di valutare assieme alle competenze anche l’ottimale composizione collettiva degli organi societari considerando anche età e genere e pure le competenze su sostenibilità sociale e ambientale, allargando criteri a cui le maggiori controllate già sulla carta in teoria si adeguano.

Soprattutto ribadisce che per le controllate non quotate si dovrà prevedere per quanto possibile la «presenza di dipendenti del ministero».

E che anche gli esterni dovranno passare la stessa procedura di selezione. 

Supervisione del Tesoro Alle stesse procedure dovranno adeguarsi anche le controllate indirettamente dal Mef per cui le capogruppo dovranno fare come il Tesoro e cioè redigere un regolamento in materia di selezione e nomina seguendo gli stessi criteri.

Significa ancora una volta prediligere le risorse interne, non raddoppiare i ruoli nominando amministratori della capogruppo e seguire il principio di onnicomprensività della remunerazione che vale per i dirigenti della Pubblica amministrazione.

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