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[L’analisi] La ripresa del Sud passa attraverso la questione lavoro

Alla base dei contributi editoriali c’è «la profonda convinzione, da parte della SVIMEZ e di questa Rivista che la ripresa economica e sociale del Sistema Paese non possa avvenire che rimettendo al centro, dopo molti anni, la “questione” del lavoro». Questo quanto si legge nella presentazione del numero 4/2021 della Rivista economica del Mezzogiorno (Rem) – Economic Journal of Mezzogiorno – trimestrale della SVIMEZ edito da Il Mulino, e dedicato al mercato del lavoro, politiche e Mezzogiorno.

«E che le politiche per l’efficientamento e il rilancio del mercato del lavoro debbano quindi tornare ad assumere un ruolo di primaria importanza all’interno della nuova strategia della nuova strategia di politica economica che vedrà il Paese impegnato nei prossimi anni per la trasformazione e modernizzazione del sistema produttivo nazionale, di fronte alle grandi transizioni, digitale ed ecologica, e alle nuove turbolenze geo-politiche e macroeconomiche», prosegue la presentazione.

«È soprattutto sul mercato del lavoro che si sono scaricate, infatti, fino ad oggi, le inefficienze di sistema di lungo periodo. Lo shock da Covid-19 ha colpito un mercato del lavoro nazionale già collocato su un sentiero divergente dagli altri paesi europei per effetto dei profondi cambiamenti nei caratteri dell’occupazione e nella stessa qualità del lavoro, intervenuti nel ventennio precedente lo scoppio della pandemia: crescita del lavoro povero e precario, aumento dei working poor, amplificazione dei divari di genere e territoriali, con pesanti conseguenze negative sui livelli di povertà e dell’esclusione sociale. Ad esserne più gravemente colpito è stato certamente il Mezzogiorno, sempre bloccato su tassi di occupazione assai più bassi che nel Centro-Nord e con un divario di genere molto più ampio. Ed è dunque soprattutto per il Mezzogiorno che assume massima rilevanza l’obiettivo di un forte rilancio delle politiche del lavoro», sottolinea.

Ai temi riguardanti queste politiche – e in particolar modo alcune importanti aree e strumenti di intervento facenti parte, sotto vari profili, delle “politiche attive del lavoro” – sono per la maggior parte dedicati i saggi presentati in questo numero della Rivista. Dopo il contributo del direttore della SVIMEZ, Luca Bianchi (Oltre la resilienza: investimenti e riforme per “trasformare” il Mezzogiorno e accelerare la crescita nazionale), Michele Forlivesi interviene su “Le politiche del lavoro a sostegno delle grandi transizioni”.

Forlivesi analizza le politiche attuate dal governo italiano, seguendo il filo rosso del supporto ai processi di transizione e segue due linee di ricerca: 1) il sostegno alle transizioni di produzione, che mirano ad accompagnare i processi di trasformazione dei cicli di produzione e dell’organizzazione strutturale delle imprese; 2) il sostegno alle transizioni di occupazione e alle politiche di efficienza del mercato del lavoro sia a livello settoriale che a livello territoriale.

La conclusione a cui giunge l’autore è che soltanto riconoscendo un ruolo sempre più incisivo ai governi nazionali e alle istituzioni europee nella governance delle politiche industriali è possibile avere un impatto strutturale sulle vecchie e nuove disuguaglianze prodotte o accentuate dalla pandemia. Tra gli altri contributi, quelli di Andrea Ciarini, Anna Villa, Dante Di Matteo, Raffaele La Regina, Ilaria Mariotti, Elena Militello, Maurizio Bernava, Valentina Ferri, Giuliana Tesauro.

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