Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

[L’analisi] Ecco il metodo Meloni: fatti e niente effetti speciali

A parte le incursioni negli uffici dei gruppi parlamentari, nella sede del partito, e il conseguente andirivieni in auto da e per la propria abitazione, Giorgia Meloni potrebbe ‘riapparire’ ufficialmente in pubblico non prima del 10 ottobre. Le date delle scadenze istituzionali sono un po’ l’unica costante che appare al momento a disposizione per costruire un’agenda, sia pure di massima, della leader FdI e quella della proclamazone degli eletti per la 19esima legislatura sembra la data più a portata di mano. Come da tradizione per tutte le forze politiche, ci si potrebbe attendere a ridosso di quel giorno il classico incontro – di solito a porte chiuse – che si tiene tra ogni leader di partito e la rispettiva squadra, più o meno nutrita, a seconda dei casi, di deputati e senatori.

Del resto, se il tweet guida pubblicato oggi sull’account FdI era un determinato “al lavoro per l’Italia” insieme a un altrettanto eloquente “noi parleremo con i fatti” – corroborato dal “pronti a governare” che ha accompagnanto la campagna elettorale – non ci sarebbe da stupirsi se la strategia seguita sin qui fosse destinata a proseguire nei prossimi giorni.

Chi la conosce bene, dopo anni di militanza politica e parlamentare, descrive del resto la leader FdI come una donna abituata a lavorare sodo e dunque, chiusa la fase della campagna elettorale, ora si apre – anzi si riapre, precisa chi sottolinea la meticolosità del suo lavoro – quella dello studio dei dossier che attendono il prossimo governo. E della tessitura, vedi incontro a via della Scrofa con Antonio Tajani, per sistemare nomi e caselle.

La parola chiave è “responsabilità”, con il rispetto del timing istituzionale a fare da corollario. Nulla, dunque, che possa rischiare di apparire come un precorrere i tempi. Compresa, a quanto sembra, anche ogni ipotesi di sia pure circoscritti minitour in ambito Ue. Da un lato perché, spiegano sempre i bene informati, ciò finirebbe per sembrare una sorta di ‘autoinvestitura’ che non rispetterebbe i passaggi istituzionali per la formazione del prossimo governo, dall’altro perché, in sostanza, quel lavoro di ‘bonifica’ delle relazioni internazionali si considera già svolto. E lo step successivo, si fa osservare, è ormai quello dell’azione di governo del presidente e del suo esecutivo. Dentro FdI, dunque, non si esita a dire che non ci sono più difficoltà di ‘accreditamento’ del partito, e del suo leader, presso le Cancellerie.

L’attenzione verso il Paese, si ragiona, è concentrata, semmai, sui suoi conti, e sulle ripercusssioni delle crisi internazionali che tengono peraltro sul filo tutte le economie occidentali.

Lontano dai riflettori, Meloni lavora sui due filoni principali, le ricette per la gestione del Paese e le formule per mettere in piedi il governo frutto delle elezioni.

E’ la stessa di sempre, dopo domenica non c’è da attendersi colpi di teatro, spiega chi la conosce bene e richiama all’attenzione degli osservatori che il ‘metodo Meloni’ è quello di lavorare a testa bassa, pungolando tutto il resto della squadra sui settori di competenza.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.