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[L’analisi] La Corte dei Conti sottolinea la scelta Fs nell’ambito del PNRR sul polo delle infrastrutture  

Secondo quanto sostenuto dalla Corte dei Conti nella relazione con cui ha approvato la gestione 2020 di Ferrovie dello Stato, nell’ambito del Pnrr, la scelta di Fs di individuare «società capogruppo per ogni polo potrebbe rivelarsi impegnativa soprattutto per il polo infrastrutture, che vede Rfi come capogruppo e, quali componenti, Anas e Italferr (quest’ultima particolarmente caratterizzata dalla sua competenza tecnica), sottoposte, secondo lo statuto e le norme vigenti, alla direzione e al coordinamento della prima». In virtù del “significativo” peso del gruppo Fs nel Pnrr (l’impegno attuale è di 25 miliardi di euro), la Corte, nell’ambito dei progetti più rilevanti per l’Alta Velocità – con Rfi quale società attuatrice – ha esaminato lo stato di realizzazione e le prospettive nel medio periodo, ponendo grande attenzione sulla ripartizione dei finanziamenti.

La magistratura contabile ha sottolineato come il nuovo piano industriale di Fs -che ha distribuito le società operative in quattro poli: infrastrutture, passeggeri, logistica e polo urbano- interviene in un momento “cruciale” anche per gli impegni che il gruppo sostiene, soprattutto in relazione ai progetti Pnrr di cui Rfi e Anas sono soggetti attuatori, e ha rilevato «un approccio dinamico e integrato nelle diverse componenti che fanno capo alla società Fs».

Secondo la Corte, «il livello di resilienza mostrato da Fs e dalle società del gruppo ha consentito l’offerta di un servizio utile alla collettività, anche per quanto attiene alla rapida risposta all’emergenza sanitaria con presidi e spazi attrezzati, nonché al mantenimento dell’operatività sul fronte della circolazione delle merci. Su un altro versante è emersa la prospettiva dinamica legata sia alle modifiche statutarie, che incidono in modo significativo sull’organizzazione dell’intero gruppo, sia al nuovo piano industriale, per un disegno integrato volto alla realizzazione concreta del trasporto intermodale».

Fs ha chiesto il 2020 con un risultato netto di 41 milioni di euro, in diminuzione di 186 sui 227 del 2019, soprattutto in virtù della componente finanziaria (-61 milioni) e fiscale (-140 milioni), in parte compensate dalla componente operativa (+15 milioni). La magistratura contabile ha messo in luce il periodo attraversato dalla società durante l’emergenza pandemica e il conseguente adeguamento strategico nelle attività della capogruppo e delle società operative, per far fronte alla situazione in essere, che ha visto, da un lato, un evidente calo del trasporto passeggeri e dei proventi e la sostenibilità del trasporto merci quale leva importante per l’economia nazionale, dall’altro.

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