Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

[L’analisi] Allarme gas, la Russia riduce di un terzo le forniture all’Italia. Ed è solo l’inizio

Il colosso russo del gas, Gazprom, ha ridotto di un terzo le forniture all’Italia. Ad annunciarlo è l’Eni. «Gazprom ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi». Alla Germania, invece, è andata anche peggio visto che i rubinetti, da questa mattina, sono stati chiusi.

Lo stop dovrebbe durare 10 giorni, ma in molti temono che lo stop sarà definitivo. A partire dal 10 maggio che Gazprom ha ridotto, di quasi il 40%, le forniture che arrivano all’Italia attraverso i gasdotti ucraini. Il governo è adesso al lavoro per un piano di razionamento che riporta l’orologio dell’economia indietro di cinquant’anni. Fino alle famose domeniche a piedi che segnarono la fine definitiva di una crescita economica iniziata subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale. 

Allora come oggi sempre la causa è sempre la stessa: la mancanza di energia. Allora per via dei Paesi Opec che triplicarono il prezzo del barile di petrolio in poche settimane. Ora la Russia che utilizza il gas come arma contro l’Europa. Al momento stiamo importando soprattutto dall’Algeria e dal Caucaso attraverso il Tap ma i nodi potrebbero venire al pettine da ottobre. Per evitare il peggio il governo punta a ridurre i consumi retail con risparmi pari a 6 miliardi di metri cubi (20% dell’import di gas dalla Russia).

Il piano per l’austerity partirebbe da razionamenti domestici (due gradi in meno, spegnimento dei riscaldamenti di notte) che permetterebbe di risparmiare fino a 6 metri cubi, cioè il 20% del gas importato dalla Russia. Ulteriori risparmi potrebbero arrivare da interventi amministrativi sugli orari degli uffici pubblici, la chiusura anticipata dei negozi alle 19 e infine i locali potrebbero andare incontro al coprifuoco alle 23. Se queste misure non dovessero essere sufficienti l’intervento si allargherebbe alle industrie, partendo dagli energivori, che ottengono energia a prezzi ridotti accettando di essere interrotti in caso di necessità.

Gli interventi sembrano orientati a ridurre al massimo gli interventi per contenere gli effetti recessivi sull’economia di uno shock dell’offerta di gas russo. A questo proposito il commissario all’economia Paolo Gentiloni ha spiegato che la Ue è «molto preoccupata per lo stop delle forniture di gas da parte della Russia» e che attualmente sono aumentati i rischi che si realizzi «uno scenario economico avverso».

In sostanza, come veniva indicato nelle recenti stime economiche di primavera, si tratta della possibilità che la crescita precipiti «in territorio negativo». Difficile anche elaborare una strategia comune per bloccare il prezzo del gas. Il tetto è uno dei possibili strumenti su cui stiamo discutendo ma al momento non c’è una proposta della Commissione. «Ci sono diversi Stati membri che stanno facendo proposte e stiamo affrontando il tema ma non c’è una proposta della Commissione sul “price cap”», ha concluso Gentiloni.

Il timore di un taglio completo dei rifornimenti del gas russo cresce in tutta Europa e in particolare in Germania, dove si immagina che il prossimo inverno sarà freddo e buio. L’attenzione generale, nel giorno dell’avvio dei lavori di manutenzione del Nord Stream 1, è puntata su quello che accadrà fra 10 giorni, quando il gasdotto, che corre per 1.220 chilometri dalla Russia Nord-Occidentale fino alla Hermania attraversando il Baltico, dovrebbe riprendere a funzionare regolarmente.

Tuttavia, la possibilità che Mosca prenda però questa occasione come pretesto per chiudere definitivamente le forniture viene considerata «la più probabile», secondo il ministro francese Bruno Le Maire, che esorta l’Europa a «prepararsi». Neppure il collega tedesco Robert Habeck fa mistero di ritenere possibile uno stop completo proprio a partire da oggi.

Sabato il Canada ha dichiarato che avrebbe inviato la turbina che serve per riparare il gasdotto in Germania dopo settimane di discussioni con il governo tedesco. Berlino vuole farla arrivare in Russia e ritiene che la mossa dimostrerà che Mosca ha usato la turbina come scusa per prendere la decisione politica di tagliare le consegne di gas all’Europa. Per il momento l’Europa ha abbastanza gas ma i produttori si stanno preparando per un inverno senza forniture russe. 

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.