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L’allarme di Antonio Patuelli, presidente ABI: “Alzare i tassi indebolisce le banche, gli speculatori ci stanno attaccando” | Lo scenario

“La Svizzera non fa parte dell’Ue né dell’Unione bancaria europea, quindi è fuori dalle sue regole: è un caso unico e specifico.

Hanno norme che per decenni o addirittura secoli hanno attratto liquidità da tutte le parti del mondo e di ogni genere”.

Ad affermarlo è il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che, intervistato da “La Stampa”, getta acqua sul fuoco: il crollo di Crédit Suisse, come quello di Svb, sono lontani dalla realtà italiana ed europea.

Per il numero uno dei banchieri italiani “ora questa strategia sta causando loro difficoltà, destabilizzando il sistema elvetico.

Ma è un problema distinto e distante: è intrinseco all’essenza industriale delle banche svizzere e alla loro compagine azionaria che sono estranee al modello bancario dell’Ue”.

Riguardo al crollo delle banche europee in borsa, Patuelli osserva che “il terremoto è anzitutto meno forte che in Svizzera.

È comunque dovuto ai classici movimenti degli speculatori.

Vendono azioni allo scoperto nel momento di panico per poi andarsi a ricoprire quando le acque si calmano, guadagnando nel frattempo sulla differenza di prezzo fra vendita e riacquisto”.

E su un possibile attacco speculativo in corso sulle banche, il presidente dell’Abi premette “che non siamo ai minimi dell’ultimo biennio: le azioni bancarie erano salite in maniera formidabile negli ultimi mesi.

Ora il crac di Svb prima e le tensioni su Credit Suisse poi hanno fornito l’occasione per innescare il meccanismo della speculazione”.

Infine la prudenza alla Bce nella stretta monetaria.

“Sono d’accordo – dice Patuelli- con quanto detto da Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce, e dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.

Occorre una riflessione ulteriore che tenga conto di tutti i dati reali, inclusa la discesa del costo del gas, ormai da diverse settimane al di sotto di 50 euro.

Sarebbe opportuno tener conto anche di quanto avvenuto negli Stati Uniti e in Svizzera prima di prendere decisioni.

Poi le scelte delle banche centrali sono come quelle della Corte Costituzionale, sono inappellabili”.

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