È una strana coppia, lo sappiamo, scrive sul Foglio Claudio Cerasa, ma è una coppia che ormai esiste davvero, per lo meno in qualche partita importante, ed è una coppia che oggi, in modo tanto scandaloso quanto opportuno, si andrà ad abbracciare, seppure a distanza, nella culla della politica europea, a Strasburgo, dove il Parlamento europeo, poco prima di pranzo, voterà per dare la fiducia alla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen.
È una strana coppia, lo sappiamo, ma è una coppia che merita di essere raccontata, tanto più che è formata da due personaggi, due donne, che si trovano ai vertici opposti della politica italiana: Giorgia Meloni ed Elly Schlein.
Il primo dato, il più eclatante, è quello che si manifesterà oggi, quando Giorgia Meloni ed Elly Schlein scopriranno che sulle partite che contano, per esempio quelle europee, la propria linea è più vicina a quella espressa dal principale avversario che a quella espressa dal principale alleato (Fratelli d’Italia e Partito democratico voteranno sì alla Commissione von der Leyen, Lega e M5s voteranno no).
E il dato che emergerà oggi – quando Pd, FdI e FI voteranno a favore di Ursula, mentre Lega e M5s no –è figlio di altri incroci non sbandierati e spesso sottovalutati da entrambi i partiti.
Sulla politica europea, tanto per dirne una, la scorsa settimana il Partito democratico ha votato responsabilmente insieme a Fratelli d’Italia per il candidato commissario indicato dal governo italiano per la Commissione europea, Raffaele Fitto.
Sulla politica estera dell’Unione europea, per esempio, le posizioni che hanno Fratelli d’Italia e Pd sono più vicine tra loro rispetto a quelle che hanno Fratelli d’Italia e Pd con alcuni alleati e sul tema dell’invio delle armi in Ucraina, per esempio, Meloni sa che il Pd di Schlein al netto di alcuni dissidenti ha potenzialmente una linea, sulla difesa dell’Ucraina, più solida rispetto a quella che ha la Lega di Salvini.