Nathalie Tocci sulla Stampa analizza la situazione sul fronte ucraino e scrive che “il problema più grave è che mentre la Russia si organizza per una guerra lunga contro l’Occidente, l’Europa non fa altrettanto, mentre i 60 miliardi di dollari di aiuti militari promessi dagli Stati Uniti a Kyiv rimangono bloccati dallo speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, il repubblicano Mike Johnson.
Attorno al tavolo del Consiglio europeo c’è consapevolezza che spetterà sempre più all’Europa assicurare la difesa dell’Ucraina, e, sebbene un attacco russo su altri Paesi europei non sia imminente, il rischio che questo accada aumenterebbe esponenzialmente laddove l’Europa dovesse fallire nel sostenere Kyiv.
Il costo di questo fallimento, umano ed economico – sottolinea l’editorialista – sarebbe infinitamente maggiore delle briciole donate all’Ucraina sin ora.
Non sono solo chiacchiere.
Nel 2021 gli Stati europei spendevano collettivamente 184 miliardi di euro per la difesa; quest’anno si arriverà a 350 miliardi, ossia un aumento del 90% in tre anni.
Sono fondi utilizzati per ripristinare gli arsenali, ma anche per investire in nuove capacità militari.
E mentre tutto questo può apparire parecchio da una prospettiva eurocentrica, se Washington dovesse voltare le spalle alla difesa dell’Europa in una possibile seconda amministrazione Trump, il Vecchio continente sarebbe costretto a spendere circa il 5% del Pil per potersi difendere da solo: cifre da capogiro.
Il problema è particolarmente grave per una manciata di Stati, tra cui l’Italia, in compagnia di Spagna e di altri Paesi piccoli come Belgio, Lussemburgo, Portogallo e Slovenia, che spendono molto meno del 2%.
Un problema che si acuisce alla luce dello spazio fiscale risicato di un Paese altamente indebitato come il nostro.
Spendere meglio, e quindi spendere a livello europeo, è essenziale.
Questo non tanto perché permetterà un risparmio complessivo sulla difesa: ciò era possibile nell’era pre-guerra, ma l’opportunità non è mai stata colta.
È essenziale spendere insieme perché – conclude – il costo sarà così ingente che renderlo quantomeno efficiente ed efficace, superando nazionalismi stantii, è dovuto”.