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La pace proposta dalla Cina non prevede il ritiro della Russia dai territori occupati | L’analisi

Sulla Stampa Nathalie Tocci commenta la visita a Mosca del presidente cinese Xi Jinping.

“Teoricamente la Cina potrebbe mediare un accordo di pace tra Russia e Ucraina – scrive Tocci -.

Con la cesura dei rapporti economico-energetici tra Russia ed Europa, Mosca si è consegnata chiavi in mano a Pechino.

Se Xi volesse, avrebbe dunque leve importanti per indurre la Russia a ritirarsi entro i propri confini.

Ma non esistono segnali in questa direzione.

Al netto dei fotomontaggi, la visita di Putin a Mariupol indica plasticamente la totale indisponibilità del Cremlino a fare un passo indietro.

Non esiste una possibile facilitazione cinese (o di qualunque altro Paese) tra Russia e Ucraina, ma solo, eventualmente, una mediazione coercitiva nei confronti della Russia, che la Cina non è disposta a svolgere.

La ratio politico-diplomatica della visita di Xi in Russia non è di mediare un accordo impossibile tra Mosca e Kiev, ma di mostrare al cosiddetto Sud globale che la Cina, a differenza del belligerante Occidente, è una potenza «di pace».

Ma allora l’incontro tra Xi e Putin va nella direzione opposta?

Dovremmo forse temere la realizzazione di quell’«amicizia senza limiti» che Putin e Xi si promisero?

La risposta, anche qui, è no.

Ci saranno nuovi accordi economici, energetici e tecnologici; alcuni di questi saranno sbandierati, altri celati.

Ma la Cina non ha certo interesse nel mettere a repentaglio i rapporti commerciali con l’Europa.

Le eventuali prove di sostegno tecnologico e militare cinese alla Russia continueranno a essere marginali e ben nascoste.

Pechino non vuole certo che il suo alleato russo diventi una zavorra, ma ciò non significa che la Cina sia disposta a sostenere la Russia accelerando il disaccoppiamento dagli Stati Uniti e dall’Europa.

Xi continuerà a sostenere l’amico Putin a parole e, marginalmente, nei fatti; il collante tra i due rimarrà l’opposizione agli Usa”.

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