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La Generazione Z vuole più flessibilità a lavoro, il 28% chiede quello da remoto | L’analisi di Jobtech

Secondo i dati dell’analisi di Jobtech, agenzia per il lavoro completamente digitale, il 20,7% delle persone che cercano lavoro appartengono alla Gen Z, ovvero coloro nati a partire dal 1996.

L’analisi di Jobtech prende in esame il primo semestre 2024 e mira a studiare le dinamiche che interessano domanda e offerta di lavoro, approfondendo i fattori che incidono sull’equilibrio tra le due e indagando al contempo i nuovi trend legati all’occupazione, ponendosi così come un Osservatorio privilegiato sul mondo del lavoro.

La generazione Z si inserisce in un contesto lavorativo caratterizzato da oscillazioni mensili nei tassi di occupazione e disoccupazione: il tasso di disoccupazione è sceso al 6,9%, la percentuale più bassa da dicembre 2008, mentre quello di occupazione è salito al 62,3%, considerando come tipologia di assunzione il tempo indeterminato.

Inoltre, è cresciuta la percentuale di persone in cerca di lavoro del 3,8 % circa, ma a diminuire sono stati gli annunci di lavoro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Partendo dalla situazione di genere, si può notare innanzitutto che nella Generazione Z la distribuzione è relativamente equilibrata, con una leggera predominanza di donne (11,1%) rispetto agli uomini (9,7%).

A proposito invece del grado di istruzione, l’analisi evidenzia come il diploma di maturità sia la carta d’ingresso al mondo del lavoro per questa generazione: il 66,7% del campione analizzato possiede infatti il diploma, il 10,6% la laurea triennale, il 3,5 % la laurea specialistica o magistrale e il 18,1% la licenza media.

Inoltre, secondo i dati in mano a Jobtech, l’interesse maggiore risiede nei settori horeca e retail, settori tradizionalmente associati a una maggiore e frequente richiesta di personale, molto appetibili nei confronti dei giovani che cercano percorsi che si possono conciliare con lo studio.

Alla domanda “In quali aree le organizzazioni dovrebbero concentrarsi per favorire un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata dei propri dipendenti?”, il 28% della Generazione Z insiste sull’importanza di offrire la possibilità di lavorare da remoto.

La ricerca di una migliore sinergia tra vita privata e vita lavorativa è sicuramente una delle maggiori leve nella domanda e ciò dovrebbe muovere le aziende verso modelli organizzativi maggiormente votati a politiche di welfare, nonché strategie aziendali misurate sulle persone.

Appare così necessario ridisegnare il concetto di flessibilità, sempre più fondamentale nei processi di selezione e mantenimento delle risorse.

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