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La Chiesa delle donne nel pontificato di Papa Francesco. Un colloquio con Maria Anna Circelli | L’intervista di Gianvito Pizzi

La Sede Apostolica vaticana è divisa in Santa Sede e Stato della Città del Vaticano.

La dottoressa Maria Anna Circelli, in tale ambito, ha lavorato per trentatré anni al servizio di tre Papi.

Il pontificato di Giovanni Paolo II ha aperto l’ingresso al lavoro in Vaticano delle donne laiche.

Benedetto XVI, afferma la Circelli: «Ha sancito la fase di consolidamento della scelta. È come se avesse detto: sei entrato nella casa, ora è il momento della fiducia».

Poi continua: «Papa Francesco è l’artefice della nomina di donne in posti importanti, mai ricoperti. In tale traccia va letta la nomina di Barbara Jatta come direttrice dei Musei Vaticani. Per arrivare alla nomina di suor Raffaella Petrini – dal primo marzo del 2025 – Presidente del Governatorato della Città del Vaticano».

L’organismo più delicato, che ha il potere legislativo ed esecutivo.

È in tale prospettiva d’indirizzo che Maria Anna Circelli ha ricevuto i suoi incarichi.

Come la presidenza del collegio di revisione della Casa Santa Marta, che ha la funzione di revisionare i conti e la gestione finanziaria dell’edificio alberghiero, dove Papa Francesco aveva la sua abitazione e che ospita i cardinali durante il conclave.

Ha quindi ricoperto il ruolo di revisore del Collegio Fondo Pensioni del Vaticano e di capo dell’Ufficio del Personale dello Stato, che gestisce tutti i dipendenti.

Per svolgere le sue mansioni ha avuto vari uffici. Si è trovata, tra l’altro, confinante con gli appartamenti papali o con l’affaccio su Piazza San Pietro.

È stata la seconda dirigente, in ordine di tempo, a gestire una maternità durante il lavoro, appena dopo il varo nel 1992 della normativa in materia.

Una carriera di lungo corso, per certi versi difficile da spiegare, per la terminologia dei ruoli non convenzionale agli altri Stati e culminata con l’incarico di Delegato degli Organi di Governo per gli incarichi speciali.

La Circelli specifica come la fiducia sia essenziale per l’affidamento di tali ruoli. Non basta la competenza.

Le chiedo di descrivere il clima che si respirava durante il pontificato di Francesco, nelle stanze di lavoro. Lei utilizza il termine «allegria», perché «Papa Bergoglio, quando parlava con i dirigenti, usava un tono d’ironia».

Poco dopo la nomina a Pontefice, ha voluto conoscere personalmente tutti i dipendenti che lavoravano in Vaticano.

Racconta anche un aneddoto. Una volta le si avvicinò con il dito indice puntato a mo’ di rimprovero. In quel momento provò un po’ di preoccupazione, ma il Papa si dischiuse in un sorriso dicendo: «A volte per scherzo dico a qualcuno… attenzione!… Vi mando la Circelli!» Questo per la meticolosità e il rigore da lei utilizzati nel lavoro.

Le chiedo con delicatezza di dare un giudizio sul pontificato di Francesco. Mi risponde: «La sua è stata la ‘chiesa dei poveri’. Perché Papa Francesco ha operato per alleviare i problemi generati dalla povertà economica e l’eclissi dei valori. Egli ha impostato una chiesa dove ‘spogliarsi’ del superfluo e vivere con semplicità. Aveva il carisma francescano. E poi, ha rivoluzionato il modo di comunicare».

Da due mesi Maria Anna Circelli è in pensione. Ma la sua esperienza la pone al servizio della Chiesa, sin «quando Dio lo vorrà».

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