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Il risparmio privato per investire su industria e infrastrutture. La ricetta di Minenna

Ripartire dal risparmio privato. E’ questa la ricetta per rimettere in moto il Paese che propone Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Un tesoro di circa 3.300 miliardi di euro in attività finanziarie nette, di cui una parte potrebbe essere indirizzata, su base volontaria – spiega in un lungo intervento dalle colonne del Sole 24 Ore – al supporto dell’economia reale attraverso varie forme di investimento finanziario.

“Non solo titoli governativi standard, ma anche emissioni speciali del Tesoro a breve-medio termine riservate al retail o altri strumenti finanziari dello Stato – anche di tipo azionario (equity) – esplicitamente orientati a finanziare l’industria nazionale e le infrastrutture strategiche”.

“La stessa Costituzione all’articolo 47, dopo aver sancito il principio di tutela del risparmio, stabilisce (comma 2) che la Repubblica debba favorire l’accesso del “risparmio popolare” all’investimento azionario nei grandi complessi produttivi del paese”.

Secondo Minenna il coinvolgimento delle risorse dei privati potrebbe includere anche forme di partecipazione al capitale più sicure (azioni postergate nelle perdite) o più redditizie (azioni privilegiate) rispetto alle azioni ordinarie.

“L’ingegneria finanziaria consente inoltre di creare titoli “ibridi”, a metà strada tra equity e debito, con un rischio e una redditività inferiori a quelli delle azioni. Questi titoli potrebbero essere assistiti, in tutto o in parte, da garanzie statali come ulteriore elemento di diversificazione dell’offerta”.

Secondo Minenna come stimolo aggiuntivo alla sottoscrizione “questo tipo d’investimenti potrebbe essere esentato da prelievi fiscali, incluse imposte di successione o una tantum. Il successo dei PIR (piani individuali di risparmio) mostra che i risparmiatori italiani apprezzano simili incentivi”.

Nell’intervento sul quotidiano di Confindustria il direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si sofferma anche su come selezionare le industrie e le infrastrutture a cui destinare i fondi raccolti dal veicolo.

“L’ideale sarebbe definire al più presto una roadmap delle priorità. Innanzitutto i progetti indifferibili: messa in sicurezza del territorio, sanità e sistema socio-assistenziale. A seguire vi sarebbero interventi strategici per valorizzare le potenzialità di sviluppo e la competitività della nostra economia: trasporti, digitale, green economy, formazione e ricerca. Tra questi ambiti esistono peraltro importanti legami capaci di accrescere il ritorno complessivo dei progetti finanziati per il paese e per gli investitori. Si pensi, ad esempio, alle numerose applicazioni delle tecnologie digitali in settori di punta come la moda, il turismo, i musei e l’agro-alimentare”.

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