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Il re è nudo: ecco lo stato reale dell’economia italiana | L’analisi di Andrea Roventini

Gli ultimi dati economici di Eurostat – scrive Andrea Roventini sul Manifesto – mostrano inequivocabilmente che il re, o la regina, è nudo.

Contrariamente a quanto sostenuto incessantemente dalla premier Meloni, l’economia italiana non se la sta passando troppo bene: nel 2023, il reddito disponibile reale lordo delle famiglie è in calo a fronte di una crescita di quello medio dell’Unione europea.

Più precisamente, fatto 100 il reddito italiano del 2008, quello del 2023 è pari a 93,74, mentre quello del 2022 si attestava a 94,15.

Solo la Grecia, che ha attraversato una gravissima crisi finanziaria accompagnata da misure di austerità fiscale draconiane, ha fatto peggio di noi in Europa.

È vero che alcuni indicatori come il tasso di occupazione e quello di disoccupazione sono migliorati nell’ultimo anno, ma sono ancora inferiori alle media Ue.

Il deludente andamento dei redditi italiani è dovuto al calo dei salari reali che sono stati erosi dell’inflazione.

Secondo i dati Istat, nel triennio 2021-2023 mentre i prezzi al consumo crescevano del 17,3%, i salari aumentavano solo del 4,7%.

Tale dinamica non è riconducibile solo alla recente spinta inflazionistica dovuta principalmente allo shock energetico, ma viene da più lontano: l’Italia è l’unico Paese sviluppato dove i salari reali non sono cresciuti negli ultimi trent’anni (Ocse), con un calo decennale del 4,5% (Istat).

La stagnazione dei salari italiani non dipende solo dalla crescita anemica della produttività, ma da precise scelte di politica economica effettuate da governi di vario orientamento politico.

Il peggioramento della condizione economica dei lavoratori a basso e medio reddito potrebbe essere alleviato da interventi fiscali, ma le scelte del governo sono pressoché inutili o, peggio, vanno nella direzione opposta.

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