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Il fisico Cingolani: «Dobbiamo cambiare il nostro modello economico»

«Riparametrarsi è in fondo una opportunità, se non ci fosse stato questo scossone avremmo continuato questa corsa un po’ insensata dentro un certo modello economico, invece siamo chiamati a cambiare. E se sprecheremo questa opportunità, sarà un grande errore storico».

Lo sostiene Roberto Cingolani, fisico, membro della task force del governo Conte guidata da Vittorio Colao che ha rilasciato un’intervista a La Repubblica sui temi della Fase 2:

Bisogna iniziare a riflettere su da che cosa ripartire: «Ora servirà una accelerazione enorme sulla gestione del dato e delle infrastrutture digitali. Se la gente lavorerà sempre di più da casa, se la Medicina e la pubblica amministrazione saranno anche molto digitali, da un lato occorrerà avere infrastrutture più complete, dall’altro trasformare in valore questa tecnologia, che sarà ovunque come una ruota in tutti i mezzi di trasporto».

Per fare questo, l’Italia dovrà però farsi trovare pronta: «Bisognerà riqualificare molte persone su tematiche che evolvono veloci. Serve un patto pubblico-privato per aggiornare i lavoratori, ma questo deve partire dalla scuola, che in questo momento di crisi drammatica deve essere oggetto di investimento, di crescita importante».

E la ripresa economica deve andare di pari passo con la tutela della salute: «Noi tutti abbiamo capito che il nostro sistema economico è un sistema artificiale, ci siamo resi conto che se la gente muore la scala di priorità va rivista col massimo pragmatismo e capisco anche che non si deve morire di fame. Allora bisogna fare fatica, non illudersi che ci siano scorciatoie e soluzioni magiche e immediate.  Le soluzioni che cerchiamo sono frutto di compromessi tra la conoscenza e il rischio. E mitigare il rischio è quello che si chiede alla politica».

Non manca infine una proposta concreta sul cambiare gli orari di apertura nelle città: «è un principio corretto. Poiché dobbiamo distanziare le persone, delle due l’una: o raddoppi gli spazi o diluisci le persone nel tempo. Mi sembra che la prima soluzione sia difficilmente praticabile».

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