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[Il dossier] Il Governo Draghi è pronto ad abolire subito 20 tasse e aiutare cittadini e imprese. Ecco il piano di Cottarelli

L’economista Carlo Cottarelli, nuovo collaboratore del Governo Draghi per il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, ha una riforma pronta nel cassetto per agevolare l’attività d’impresa e “liberare” tempo e risorse da dedicare alla produzione di beni e servizi. E il Governo valuterà di metterlo subito in pratica, partendo dal taglio di 20 micro tasse inutili.

 Entrate dell’Organismo centrale di stoccaggio
 Imposta regionale sulla benzina per autotrazione (Irba)
 Imposta sulle scommesse Unire
 Imposta sul gioco del Totocalcio e dell’Enalotto
 Tributo speciale discarica
 Imposta su aerotaxi
 Addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sugli aeromobili
 Tassa emissioni anidride solforosa ed ossido di azoto
 Tassa sulle emissioni sonore aeromobili
 Contributo sui ricavi degli operatori del settore comunicazioni a favore dell’Autorità Garante delle Comunicazioni
 Diritti archivi notarili
 Contributo sui ricavi degli operatori del settore energetico a favore dell’Autorità Garante Energia Elettrica e Gas
 Tassa regionale sulla raccolta dei funghi
 Imposta su imbarcazioni e aeromobili
 Imposta sulle patenti
 Imposta sostitutiva ipotecaria e catastale per i beni immobili in leasing
 Ritenuta acconto sul trattamento di fine rapporto di lavoro (TFR)

“Le aziende da tempo chiedono con urgenza un radicale cambio di approccio del legislatore e della Pubblica Amministrazione nei confronti del mondo produttivo. Maggiori certezze sulle tempistiche e un miglior coordinamento nella gestione e amministrazione delle procedure sono essenziali per efficientare l’operato del nostro tessuto imprenditoriale. A questo scopo, è anche fondamentale favorire il processo di trasformazione digitale sia all’interno delle PA che nelle imprese” sostiene da sempre l’ex commissario alla spending review.

E il piano che Cottarelli ha nel cassetto è stato elaborato 7 mesi fa dall’Osservatorio dei Conti Pubblici italiani dell’Università Sacro Cuore, che lo stesso Cottarelli presiede.

L’obiettivo è l’eliminazione di regole inutili, moduli ridondanti, procedure complesse che costano soldi alle imprese italiane, allungano i tempi di realizzazione dei progetti e minano la crescita della produttività e della competitività delle nostre imprese.

“Vengono presentate 20 proposte di carattere generale e 91 proposte specifiche, perché pensiamo sia importante essere concreti nei suggerimenti” si legge nel documento predisposto dall’Osservatorio.

“Per redigere questo documento sono state contattate circa 250 imprese attraverso la Fondazione Think Tank Nord Est e tramite alcune associazioni di categoria”.

“Il documento rappresenta quindi le istanze di molteplici settori: artigianato, attività professionali (architetti, ingegneri, dottori commercialisti, avvocati, geometri, consulenti del lavoro, ecc.), edilizia, manifattura, commercio, turismo”.

Ecco di seguito le 20 proposte generali e le 91 proposte specifiche elaborate dall’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani.

Per le attività d’impresa

  • Rispettare l’obbligo di risposta da parte della Pubblica Amministrazione entro limiti temporali predefiniti (da 30 a 90 giorni a seconda dei casi), prevedendo, in ogni circostanza, il silenzio assenso in caso di mancato rispetto dei termini.
  • Definire, nei casi in cui il progetto coinvolga più livelli di governo (Comune, Regione, etc.), a quale soggetto spetti il ruolo di cabina di regia, eventualmente convocando una conferenza di servizi preliminare all’atto della presentazione del progetto.
  • Ridurre drasticamente il numero degli enti coinvolti nelle decisioni.
  • Introdurre, nel caso di mancata definizione di decreti attuativi relativi a provvedimenti di semplificazione entro i termini stabiliti dalla legge, una penalizzazione automatica per i responsabili, fino al livello del Ministro responsabile.
  • Introdurre il riconoscimento automatico dell’indennizzo da ritardo nella conclusione dei procedimenti amministrativi, come previsto da alcune regioni (e.g. Umbria art. 23 della LR 8/11).
  • Riconfigurare e ridefinire il reato di abuso d’ufficio e la responsabilità erariale.

Proposte specifiche

  1. Dare accesso agli organi ispettivi al Cassetto Digitale dell’Imprenditore
  2. Abrogare il Libro Unico del Lavoro (LUL), dato che la compilazione del flusso informatico INPS (c.d. UNIEMENS) contiene già le dichiarazioni delle retribuzioni e le quantificazioni dei contributi previdenziali, nonché i dati retributivi del singolo lavoratore. Tale flusso informativo andrebbe solo parzialmente integrato con informazioni relative alle presenze del lavoratore.

2. EDILIZIA

2.1 EDILIZIA PRIVATA

A partire dall’acquisizione delle aree da parte dell’impresa, il percorso di realizzazione degli interventi edilizi e di riqualificazione urbana incontra innumerevoli ostacoli in grado di bloccarne l’iter per anni.

Proposte specifiche

  • Coordinare la disciplina della conferenza di servizi (Legge 241/90) con quella contenuta nel DPR 380/2001 consentendo sempre l’utilizzo della conferenza semplificata (solo per via telematica).
  • Consentire al soggetto privato, prima della presentazione della Comunicazione Inizio Lavori Asseverata (CILA), della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) o della domanda per il rilascio del permesso di costruire, di ricorrere a una conferenza di servizi “preventiva” (in forma semplificata) per l’acquisizione dei relativi atti di assenso che saranno allegati alla successiva pratica edilizia (una norma dal contenuto simile è prevista in Emilia-Romagna tramite la LR 15/2013).
  • Consentire la possibilità di attivare, presso lo Sportello Unico, un’istruttoria preventiva del progetto edilizio, come già previsto in alcune regioni (articolo 21 Legge Regionale Emilia-Romagna 15/2013), vincolante nella fase successiva di presentazione della relativa istanza (PDC o SCIA) per evitare che successivamente il procedimento possa subire battute d’arresto.
  • Eliminare l’obbligo di mantenere nei cantieri tutti i documenti inerenti all’ordinaria attività d’impresa (nell’Appendice 1 è riportato l’elenco della documentazione a oggi obbligatoria). La documentazione dovrebbe essere mantenuta soltanto su supporto informatico/in cloud e gli ispettori non dovrebbero richiedere il formato cartaceo.
  • Estendere l’efficacia temporale dei titoli edilizi oltre i 3 anni previsti attualmente (recentemente la Regione Friuli-Venezia Giulia ha previsto un termine di 5 anni: art. 23 LR 19/2009 come modificata dalla LR 9/2019).
  • Consentire la proroga anche per le SCIA, invece di richiederne una nuova.
  • Prevedere un “automatismo” nella concessione delle proroghe, attualmente lasciate al potere discrezionale dell’amministrazione comunale, in alcuni casi specifici quali: interruzioni dei lavori dovute a iniziative dell’amministrazione o dell’autorità giudiziaria rivelatesi poi infondate, comprovate esigenze di natura finanziaria, mole dell’opera da realizzare, sue particolari caratteristiche tecnico-costruttive, difficoltà tecnico-esecutive emerse successivamente all’inizio dei lavori.
  • Rimettere all’autonomia del professionista o direttore lavori (senza necessità di sospendere i lavori) l’ammissibilità delle varianti in corso d’opera, purché conformi alle prescrizioni urbanistico-edilizie ed eseguite dopo l’acquisizione degli eventuali atti di assenso prescritti dalla normativa sui vincoli paesaggistici, storici etc., previa comunicazione all’amministrazione.
  • Introdurre, su richiesta dei soggetti interessati, l’obbligo di chiusura dei procedimenti per titoli edilizi (in caso di formazione del silenzio assenso o per decorrenza del termine di 30 giorni della SCIA) emessi dall’amministrazione comunale tramite il rilascio di un’attestazione entro un termine perentorio. In caso di mancato rilascio entro il termine, la chiusura del procedimento deve essere definita dal tecnico abilitato.
  • Liberalizzare l’esecuzione di modifiche interne minori non interessanti parti strutturali prevedendo unicamente una comunicazione al comune (come previsto per la CIL di cui al DL 40/2010 soppressa nel 2016).
  • Liberalizzare gli interventi di manutenzione straordinaria leggera.
  • Abolire la “Commissione Edilizia Comunale”, che comunque esprime solamente un parere consultivo. Sono già peraltro pochi i comuni che si affidano al parere di tale commissione.
  • Permettere alle imprese di presentare il prospetto relativo alle ore lavorate dal personale dipendente nei diversi cantieri presso la cassa edile di competenza territoriale della propria sede (spetterebbe quindi alle singole Casse Edili, sulla base dei rapporti inviati dalle imprese, redistribuire gli oneri su base territoriale), almeno nei casi in cui l’adempimento non sia espletabile per via telematica. Si tratta peraltro di iniziative già in fase di realizzazione a livello locale (ad esempio in Veneto e Friuli-Venezia Giulia).
  • Modificare la definizione di “area edificabile” per introdurre una definizione che porti a considerare l’area edificabile solo a fronte dell’effettiva possibilità di costruire, ovvero non solo in base allo strumento urbanistico generale adottato dal comune, ma anche laddove previsti, in base all’approvazione degli strumenti urbanistici attuativi comunque denominati.
  • Fare in modo che, relativamente alle bonifiche, siano introdotti termini perentori per: (i) il rilascio degli esiti delle analisi svolte sui terreni da parte di ARPA; (ii) il rilascio del certificato di avvenuta bonifica da parte della Provincia (o del Ministero per determinati casi), di modo da ridurre l’incertezza circa le tempistiche e snellire le procedure, incentivando così le imprese a svolgere attività per la trasformazione/rigenerazione urbana.
  • Consentire il rilascio del certificato di bonifica “a stralcio”, per le aree nelle quali le operazioni di bonifica si sono concluse con successo, a condizione che non vi siano rischi per l’ambiente.
  • Introdurre una procedura “semplificata” per incentivare il riutilizzo di terre e rocce da scavo a condizione che: (i) il riutilizzo avvenga nello stesso sito in cui sono state scavate; (ii) si tratti di piccoli quantitativi; (iii) non ne derivino impatti negativi per l’ambiente; e (iv) il riutilizzo sia appositamente “documentato”.
  • Consentire che, per terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti, il trasporto sia accompagnato dalla “normale” documentazione stabilita per i beni.
  • Dare attuazione alla previsione di cui all’art. 25 del D. Lgs. 152/2006 ai sensi del quale: “Tutti i termini del procedimento di VIA (Valutazione di impatto ambientale) si considerano perentori ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 2, commi da 9 a 9-quater, e 2- bis, della legge 7 agosto 1990, n. 241”.
  • Ammettere il riconoscimento del reato di omissione in atti di ufficio a fronte dell’inerzia della Pubblica Amministrazione nel concludere il procedimento soprattutto laddove i termini, anche endo-procedimentali, sono considerati come perentori.
  • Prevedere espressamente che la Commissione tecnica e il Comitato istruttorio si riuniscano con cadenza periodica prestabilita (minimo ogni 15 giorni) e che si definiscano criteri oggettivi che consentano di distinguere, evitando eccessi di discrezionalità, tra modifiche sostanziali e non sostanziali.
  • Introdurre un meccanismo che consenta, a fronte del ritardo nella conclusione del procedimento amministrativo, la proporzionale restituzione degli oneri istruttori.
  • Eliminare l’obbligo di comunicazione ENEA, per fini statistici, degli interventi edilizi di risparmio energetico.
  • Eliminare il vincolo ambientale, ossia il parere della Soprintendenza, limitatamente alle zone in cui c’è già stata urbanizzazione e dove le ristrutturazioni di edifici senza modifiche volumetriche non incidono sul paesaggio o sull’ambiente, previo parere del Comune.

2.2 APPALTI PUBBLICI, LAVORO E SICUREZZA

Il numero di documenti da presentare per poter partecipare a bandi, gare e appalti è elevatissimo, e richiede l’invio, sia cartaceo sia telematico, degli stessi documenti a più soggetti. Allo stesso modo, ci sono troppe stazioni appaltanti, non sempre in grado di rispondere alle richieste delle imprese e con troppe diversità a livello di modulistica e documentazione.

Proposte generali

  • Ridurre gradualmente il numero delle stazioni appaltanti, rendendo obbligatoria la loro aggregazione e definendo da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti condizioni chiare per la loro qualificazione, riducendo al contempo il rischio del blocco dei bandi di gara.
  • Standardizzare i modus operandi e la modulistica richiesta delle stazioni appaltanti.
  • Circoscrivere il ruolo del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) allo svolgimento di funzioni di programmazione e controllo, lasciando ai singoli Ministeri il governo dell’attuazione dei programmi.
  • Eliminare doppi passaggi tra MIT e MEF per risorse già stanziate/programmate.
  • Limitare l’intervento del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (CSLP) a grandi progetti (e.g. 200 mln di euro).
  • Prevedere tempistiche perentorie per le operazioni di gara e apertura dei cantieri.
  • Ridefinire i compiti di vigilanza dell’ANAC e superare il sistema dei “Super Commissari”.

Proposte specifiche

  • Eliminare i numerosi passaggi procedurali tra MEF e MIT relativi ad uno stesso provvedimento di spesa (pareri successivi, nulla osta, autorizzazioni etc.), laddove non sia necessario approvare aumenti delle risorse già stanziate/programmate.
  • Limitare il ruolo del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici alla pronuncia circa la fattibilità di progetti superiori a 200 milioni di euro, escludendo il parere tecnico.
  • Prevedere un termine di 60 giorni per la registrazione delle delibere CIPE da parte della Corte dei Conti. Decorsi i 60 giorni, in caso di silenzio, la registrazione si deve intendere assentita.
  • Superare il sistema di soft law attualmente vigente in ambito ANAC con la predisposizione di un Regolamento Attuativo (peraltro in via definizione), dedicato ai lavori pubblici (e di uno per i servizi e le forniture) dotato di forza legale, nel quale recepire tutti i provvedimenti di attuazione del Codice 50 emessi fino ad oggi.
  • Limitare a casi specifici – quelli in cui, ad esempio, sussista un alto rischio di illegalità – la possibilità, per le amministrazioni, di stipulare protocolli di vigilanza collaborativa con l’ANAC o di richiedere alla stessa pareri preventivi.
  • Concentrare i poteri di deroga dei Super Commissari esclusivamente per la fase “a monte” – ossia per comprimere i tempi necessari a ottenere le autorizzazioni propedeutiche alla messa in gara dei lavori – salvaguardando le regole sul confronto concorrenziale nell’affidamento degli appalti.
  • Definire univocamente la qualificazione delle stazioni appaltanti, consentendo di aumentarne le competenze e di ridurre, in tal modo, il rischio di un blocco dei bandi di gara.
  • Dematerializzare le notifiche preliminari con un sistema online nazionale che consenta il loro invio, da parte del committente, alle Casse Edili/Edilcasse territorialmente competenti.
  • Introdurre una sanzione amministrativa, in capo al committente, per la mancata trasmissione dell’aggiornamento del documento della notifica preliminare e delle informazioni contenute.
  • Rafforzare gli strumenti informatici tramite un processo di trasformazione digitale e omogeneizzare le procedure. In particolare:
  • unificare i portali di accesso alle gare e ai relativi strumenti informatici, armonizzando tra le diverse stazioni appaltanti;
  • garantire la gratuità di tutte le piattaforme informatiche;
  • prevedere che la trasmissione della documentazione alle piattaforme avvenga con una unica modalità (elettronica), idonea per l’immediata comprova dei requisiti del concorrente;
  • attivare la “Banca dati nazionale degli operatori economici”, in modo che le stazioni appaltanti abbiano – con la completata interoperabilità delle diverse banche dati – immediato riscontro dell’idoneità del concorrente a partecipare all’appalto;
  • aggiornare il modello di Documento di Gara Unico Europeo (DGUE) alle più recenti modifiche del codice;
  • armonizzare gli “elenchi di fornitori” che le stazioni appaltanti istituiscono, con regole proprie e differenti modalità di iscrizione per gli affidamenti di lavori di importo inferiore al milione di euro;
  • razionalizzare la normativa di attuazione relativa alle piattaforme di e-procurement, al fine di garantire:
    • la predisposizione di un modello “unico” di piattaforma di riferimento per tutte le stazioni appaltanti, in chiave di trasparenza e semplificazione;
    • la totale gratuità dell’utilizzo delle piattaforme telematiche (comprensivo di tutti i costi connessi al ricorso ai servizi di committenza forniti da soggetti esterni), comminando espressamente la nullità di eventuali clausole difformi;
    • maggior certezza e conoscibilità delle modalità organizzative utilizzate dalle amministrazioni per le committenze;
    • una più stringente regolamentazione dei livelli di sicurezza relativi alle procedure espletate sulle piattaforme telematiche, al fine di assicurare il pieno rispetto degli obblighi di riservatezza in merito ai dati sensibili forniti dagli offerenti;
    • la formazione di un Registro Nazionale – preferibilmente, tenuto dall’ANAC – delle piattaforme telematiche abilitate ad operare per conto delle Stazioni appaltanti, al fine di consentire la “tracciabilità” di tali piattaforme;
    • l’iscrizione nel Registro come indispensabile requisito di operatività;
    • l’obbligo, a carico delle stazioni appaltanti, di dichiarare, nell’ambito dell’AUSA (Anagrafe Unica Stazioni Appaltanti), il riferimento alle piattaforme elettroniche dalle stesse utilizzate, rendendo tali dati accessibili anche agli operatori economici.
  • Semplificare le procedure di partecipazione delle imprese agli appalti pubblici tramite due interventi:
    • sviluppare dei portali unificati su base almeno regionale (e.g. eAppalti del Friuli-Venezia-Giulia), ai quali le stazioni appaltanti del territorio dovrebbero aderire e fare riferimento anche per l’uniformazione della modulistica e delle gare stesse (sul modello del Documento di Gara Unico Europeo – DGUE);
    • raggiungere la piena operatività della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, tramite il sistema AVCPass, sia incrementando il numero di documenti che quest’ultimo raccoglie sia implementando la funzione di generazione dei codici del PassOE[3] dell’ANAC con la compilazione automatica del DGUE dell’impresa. In questo modo, inseriti tutti i dati negli appositi campi nel sistema AVCpass, l’impresa potrebbe produrre alla stazione appaltante un documento unico, contenente: a) i codici del PassOE dell’impresa (ciò, al fine di consentirgli di prelevare tutta la documentazione utile alla verifica dei requisiti di gara); b) le auto-dichiarazioni dell’impresa stessa (contenute nel DGUE), riportanti tutte le informazioni utili alla partecipazione del concorrente alla procedura.
  • Includere nel modello on line della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) uno spazio dove inserire tutte le informazioni che, attualmente, vengono rese attraverso la relazione tecnica (ad oggi allegata in modalità PDF al modulo di domanda di Cassa integrazione ordinaria) contenente informazioni relative all’utilizzo della Cassa Integrazione.
  • Introdurre la possibilità di richiedere un nuovo Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) qualche giorno prima della scadenza naturale
  • Estendere quanto previsto dal comma 5 dell’articolo 53 del D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 sulla possibilità di tenere la documentazione in materia di igiene, salute e sicurezza sul lavoro e tutela delle condizioni di lavoro unicamente su supporto informatico (invece che cartaceo), sfruttando un modello di Sportello Unico sempre più “virtuale” con la previsione di un Portale unico inteso come ufficio informativo nel quale possano interagire il responsabile del procedimento, il soggetto istante e le amministrazioni coinvolte nella procedura.
  • Eliminare la duplicazione di competenze attraverso l’unificazione degli Sportelli Unici Edilizia e Attività Produttive come già previsto in alcune realtà regionali (es. Umbria, Sardegna).
  • Spostare l’obbligo di vaccinazione antitetanica sul dipendente, che in fase di assunzione può dimostrare la regolarità con l’adempimento.
  • Effettuare sia la stima preventiva del rischio rumore per il lavoratore sia l’effettiva valutazione dello stesso ricorrendo alle banche dati sul rumore approvate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro.
  • Limitare la portata dell’articolo 97 del D. Lgs. n. 81/08 relativamente al ruolo dell’impresa affidataria, da intendersi come supervisione delle condizioni generali di sicurezza del cantiere, e non, come ad oggi comunemente avviene, di controllo puntuale e vigilanza sulle singole attività lavorative svolte dalle imprese esecutrici.
  • Limitare il coinvolgimento dell’impresa affidataria sulla verifica dei singoli POS (Piani Operativi di Sicurezza) delle imprese esecutrici, circoscrivendo la verifica agli aspetti organizzativi generali inerenti alle interferenze con i propri subappaltatori. Il datore non deve verificare la congruenza dei Piani operativi di sicurezza rispetto al proprio, ma solo trasmettere gli stessi al Coordinatore in fase di esecuzione, che ne effettua la verifica di idoneità.
  • Prevedere la possibilità, per il datore di lavoro dell’impresa affidataria, per lo svolgimento delle attività definite all’articolo 97 del D. Lgs. n. 81/08, di avvalersi di soggetti diversi dai dirigenti e dai preposti purché in possesso di adeguata formazione (come stabilito dall’Accordo Stato Regioni del 2011 sulla formazione dei lavoratori).
  • Equiparare soggetti pubblici e privati abilitati per l’attuazione di controlli di verifica delle attrezzature di lavoro, anche in risposta all’esigenza espressa dall’AGCM e della Commissione Europea di evitare situazioni monopolistiche a favore delle strutture pubbliche di controllo.

3. FISCO

3.1 LA COMPLESSITÀ DEL SISTEMA FISCALE

Gli oneri legati agli adempimenti fiscali sono numerosi, anche per l’elevato numero di tributi attualmente presente (con tempistiche e scadenze diversificate da razionalizzare, contemperando le esigenze di semplificazione con quelle di sostenibilità in caso di loro eccessiva concentrazione), cui si aggiunge l’eccessiva complessità e rigidità della documentazione richiesta. Esistono infatti un centinaio di imposte e contributi in vigore (Tav. 1 Appendice 2).

Proposte generali

  • Riordinare le aliquote IVA con una riduzione e semplificazione delle differenze tra regimi, riducendo il rischio di contenziosi.
  • Semplificare e ridurre il carico di comunicazioni che il mondo produttivo deve redigere e inviare all’amministrazione finanziaria.
  • Ridurre gli adempimenti legati alla fatturazione elettronica (esterometro, split payment, reverse charge).
  • Ridurre l’incertezza e la mancanza di stabilità causata dal continuo cambiamento delle regole.

Proposte specifiche

  • Abolire le 19 micro-imposte incluse nella Tav. 2 dell’Appendice 2, compensando la perdita di gettito di 685 milioni di euro con un aumento marginale delle aliquote sulle altre tasse.
  • Abolire i limiti massimi annuali di compensabilità dei crediti d’imposta e contributivi attualmente vigenti (pari a 700.000 euro annui, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 34 della L. 388/2000 e dell’articolo 9, comma 2, del D.L. 35/2013, convertito con modificazioni nella L. 64/2013; limite elevato, per l’anno 2020, a 1 milione di euro dall’articolo 147 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 c.d. Decreto “Rilancio”; pari a 250.000 euro, relativamente ai crediti d’imposta da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi, ai sensi dell’articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244).
  • Abolire le sanzioni per fornitori che applicano lo split payment nei casi di errata applicazione dell’aliquota IVA nell’ambito degli appalti pubblici, in ragione dell’evidente assenza della volontà, nonché della possibilità, di evadere.
  • Modificare la periodicità dell’obbligo comunicativo dell’esterometro trasformandolo da trimestrale ad annuale. In particolare, prevedere che la trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate della comunicazione dei dati delle fatture relative alle operazioni di cessione di beni e di prestazione di servizi effettuate e ricevute verso e da soggetti non stabiliti nel territorio italiano sia effettuata entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello della data del documento emesso ovvero a quello della data di ricezione del documento che comprova l’operazione.
  • Integrare l’esterometro con dati presenti nelle comunicazioni Intrastat.
  • Accorpare il modello 770 e la Certificazione Unica (CU), data la parziale sovrapposizione delle informazioni presenti nelle due comunicazioni. In considerazione delle diverse scadenze, lasciare al sostituto d’imposta la libertà di scegliere se effettuare un unico adempimento, anticipando al 16 marzo l’invio all’Agenzia delle Entrate di tutti i dati richiesti (CU con integrazioni), o continuare a presentare, come previsto a regime, le CU entro il 16 marzo, e successivamente il modello 770, entro il più ampio termine di ottobre.
  • Semplificare la compilazione del prospetto sugli “Aiuti di Stato” inserito nel quadro RS del modello di dichiarazione dei redditi nonché gli analoghi obblighi di informazione da inserire in molti documenti a seguito dell’introduzione del “Registro Nazionale Aiuti di Stato”. In particolare, dovrebbero essere precisati meglio i presupposti e le modalità di compilazione del prospetto e di determinazione dell’ammontare dell’aiuto da dichiarare, unitamente al momento rilevante ai fini della dichiarazione (anche nei casi, ad esempio, di Aiuti fruiti da società appartenenti a gruppi di imprese e a società di persone). Al fine di eliminare le attuali incertezze sulle tipologie di aiuto da indicare nel prospetto, si dovrebbe prevedere altresì che tale obbligo di dichiarazione sia richiamato nella stessa legge o fonte istitutiva della singola agevolazione. Occorrerebbe infine eliminare l’obbligo di indicare, nel prospetto inserito nel quadro RS, gli Aiuti già confluiti in altri quadri della dichiarazione dei redditi (ad esempio, quelli dichiarati nel quadro RU, implementando eventualmente i dati da fornire ai fini in esame in quest’ultimo quadro).
  • Assicurare che le sanzioni sui funzionari delle Pubbliche Amministrazioni che non inseriscono le informazioni entro 30 giorni dall’erogazione del contributo sul “Registro Nazionale Aiuti di Stato” sia strettamente rispettato, secondo quanto previsto dall’art. 52, comma 7, della L. n. 234/2012. Inoltre, considerato quanto riportato dall’Agenzia delle Entrate nelle istruzioni al prospetto sugli aiuti di Stato inserito nel quadro RS della dichiarazione dei redditi, secondo cui l’indicazione degli aiuti nel prospetto sarebbe “necessaria e indispensabile ai fini della legittima fruizione degli stessi”, si corre il rischio di una sanzione non prevista dalla legge in caso di inadempimento da parte del contribuente nella compilazione del prospetto. È necessario dunque chiarire (eventualmente in via normativa) che la legittimità della fruizione dell’aiuto di stato da parte del contribuente non può essere subordinata all’adempimento formale della compilazione del prospetto.
  • Ripristinare la disciplina di recupero dell’IVA relativa a crediti inesigibili introdotta dalla Legge di Stabilità 2016 (articolo 1, comma 126, della L. 28 dicembre 2015, n. 208) e mai entrata in vigore.
  •  Eliminare l’obbligo di raccolta delle generalità dei soggetti ospitati ai fini della deducibilità delle spese di rappresentanza per soggetti ospitati.
  • Eliminare la causa di esclusione dal regime forfetario per i contribuenti che svolgono congiuntamente attività in forma individuale e associata (in società di persone, associazioni, imprese familiari e s.r.l. “trasparenti”).
  • Estendere alle micro-imprese il principio di derivazione rafforzata per la determinazione del reddito imponibile.
  • Uniformare i limiti di deducibilità per i mezzi di locomozione (autovetture, caravan, ciclomotori) e i cellulari, fissando un’unica percentuale pari al 40% per i costi relativi ai mezzi di trasporto a deducibilità limitata (con incremento dal 20% al 40% della deducibilità ai fini delle imposte sui redditi) e in misura pari all’80% per i costi relativi alla telefonia mobile (con incremento dal 50% all’80% della detraibilità IVA in caso di utilizzo promiscuo).
  • Convertire in euro i parametri e gli importi ancora espressi in lire nel TUIR, con arrotondamenti alla decina di euro superiore se l’importo risultante dalla conversione è inferiore a mille euro, ovvero alle centinaia di euro superiore negli altri casi.
  • Uniformare la tempistica delle trattenute effettuate a titolo di acconto dell’addizionale comunale IRPEF a quelle previste per le somme dovute a titolo di saldo.
  • Allineare le tempistiche relative l’imposta sostitutiva sui redditi derivanti dalla rivalutazione del TFR (attualmente versata annualmente tramite sostituto d’imposta mediante un acconto entro il 16/12 e un saldo entro il 16/02 dell’anno successivo), introducendo un unico versamento a titolo definitivo.
  • Introdurre una norma di interpretazione autentica per confermare l’esenzione dall’imposta di pubblicità anche per gli autoveicoli adibiti dall’impresa al trasporto in conto proprio.
  • Eliminare il modello di pagamento F23, prevedendo la possibilità di utilizzare il modello di pagamento F24 anche per tasse, imposte, sanzioni pecuniarie e somme per le quali è ancora previsto il pagamento tramite modello F23, permettendo in tal modo anche il pagamento on line di questi ultimi importi.
  • Semplificare la disciplina relativa alla cosiddetta “cedolare secca”, definendo in maniera strutturale (non soggetta pertanto a variazioni legate alla Legge di Bilancio) l’applicabilità anche nel caso degli immobili non abitativi.
  • Unificare i termini di versamento IMU (16/06 e 16/12) a quelli delle imposte sui redditi (30/06 e 30/11) come già avvenuto per le addizionali comunali, i diritti camerali delle CCIAA ed altre. Eventuali proroghe nel versamento delle imposte (e.g. 31/07) porterebbero con sé, automaticamente, identica proroga per IMU (funziona già così per addizionali comunali e diritti CCIAA). La semplificazione sarebbe anche sostanziale, oltre che formale, in quanto attualmente si perdono molte compensazioni nel versamento IMU per la banale ragione che al 16 giugno un gran numero di dichiarazioni non sono ancora pronte e non vi è possibilità tecnica di compensazione.
  • Definire, in materia di IMU, al massimo 8 casistiche standard a livello nazionale derivanti dalla combinazione di aliquote, detrazioni e riduzioni. Queste casistiche dovranno essere approvate dall’ANCI. Ogni Comune delibererà quale casistica vuole adottare.
  • Alzare il limite minimo del credito IVA compensabile orizzontalmente senza apposizione del visto di conformità da 5.000 euro ad almeno 10.000 euro.

4. ALTRE PROPOSTE

4.1 L’APPROCCIO CONFLITTUALE VERSO LE IMPRESE E IL COORDINAMENTO TRA GLI ENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

I numerosi adempimenti richiesti alle imprese e la complessità delle procedure che quest’ultime devono seguire fanno parte di quel più generale approccio che tendenzialmente ostacola l’attività produttiva. Inoltre, l’alto numero di enti della pubblica amministrazione coinvolti nelle procedure amministrative e l’assenza di competenze chiare e distinte complica ulteriormente l’operato delle imprese.

Proposte generali

  • Ridurre il numero di adempimenti relativi alla gestione dell’impegnativa e alle attività di compravendita e locazione di immobili.
  • Ridurre, semplificare ed armonizzare le procedure e la modulistica richieste alle imprese, soprattutto nella fase di avvio dell’attività, che in molti casi porta ad un potenziale conflitto tra diverse disposizioni.
  • Eliminare la duplicazione o sovrapposizione delle competenze tra più enti della Pubblica Amministrazione.

Proposte specifiche

  • Abolire l’obbligo di risposta, per privati cittadini e imprese, nei confronti delle telefonate di Istat svolte a fini statistici tramite il numero in chiaro 1510 in ambito di infortunistica. Il Sistema Informativo Nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP) dovrebbe raccogliere queste informazioni.
  • Abolire l’obbligo di risposta alle indagini telefoniche Istat, in quanto esse si vanno a sommare alle già esistenti modalità cartacee.
  • Abolire le verifiche effettuate da consulenti INAIL sugli strumenti produttivi a pressione già certificati da UE (ossia già dichiarati idonei e conformi alle prescrizioni delle direttive europee da un’apposita certificazione della ditta costruttrice ai sensi dell’allegato VII della direttiva europea 97/23/CE e ai sensi della 2014/68/UE). In alternativa, si potrebbe lavorare ad un miglioramento e ottimizzazione delle funzionalità del portale CIVA (messo a disposizione dall’INAIL dal maggio 2019 per snellire il lavoro dell’imprenditore e del consulente stesso).
  • Riproporzionare le attività di formazione per i lavoratori stagionali, conciliando esigenze e obblighi formativi con le caratteristiche di un lavoro temporaneo.
  • Includere almeno una parte della formazione obbligatoria per il lavoratore all’interno del percorso scolastico, almeno quello degli studi professionalizzanti (e.g., rischi e sicurezza legata alla funzione primo soccorso e antincendio).
  • Prevedere un “patentino della formazione del lavoratore” per i settori caratterizzati da elevato turnover, sul quale registrare le certificazioni e i corsi di formazione svolti, così da evitare ripetizioni ogni stagione e facilitare l’operatività delle imprese, soprattutto nei casi di formazione generale.
  • Accorpare Albo Nazionale Autotrasportatori e Registro Elettronico Nazionale, l’iscrizione ai quali è obbligatoria per le imprese di trasporti.
  • Omogeneizzare e regolamentare l’autonomia delle PA per le richieste nelle gare di appalto, limitandone l’eterogeneità, garantendo che questa sia concessa solo laddove finalizzata ad un preciso scopo di pubblica utilità e solo quando non costituisce un impedimento o penalizzazione per le società a basso impatto ambientale.
  • Evitare la duplicazione della modulistica relativa all’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), creando un modulo che possa essere inviato a un unico centro di coordinamento che gestisce la documentazione da inviare ai vari enti.
  • Eliminare la sovrapposizione delle competenze, e chiarire i rispettivi perimetri di azione tra i due consorzi Conai e Polieco, alle quali è obbligatorio iscriversi per le imprese operanti nel settore della plastica. I conflitti tra i due consorzi su definizioni e questioni normative relative alla gestione del materiale plastico, generano difficoltà di interpretazione ed un alto grado di incertezza.
  • Abolire l’obbligo di presentazione della SCIA per le locazioni turistiche e, come già avviene in Toscana e Veneto, sostituirlo con la richiesta al locatore di una comunicazione telematica al comune competente contenente informazioni relative al periodo in cui si intende locare l’alloggio, il numero dei posti letto e i siti web sui quali si intende pubblicizzare l’annuncio.
  • Riorganizzare la materia normativa in merito alle concessioni del demanio marittimo a uso turistico (stabilimenti balneari, porti turistici, camping e campeggi, resort con spiaggia, impianti di risalita a fune, etc.), per ridurre il grado di incertezza sul rinnovo, consentendo così agli imprenditori di investire e pianificare le proprie attività nel medio-lungo periodo.
  • Eliminare le verifiche relative all’antiriciclaggio nelle compravendite immobiliari, effettuate già dal notaio e dalla banca.
  • Uniformare il Catasto Impianti Termici su base nazionale (invece che regionale), semplificando la gestione per gli operatori.
  • Assicurare che l’obbligo di adozione, da parte degli enti territoriali, di moduli unificati e semplificati per pratiche edilizie, commercio e apertura attività, stabilita nel 2014 dalla Conferenza Unificata, sia strettamente rispettata.
  • Alleggerire la responsabilità della pubblica amministrazione attraverso forme assicurative specificatamente pensate per la copertura della “colpa grave” per responsabilità erariale dei commissari di gara (l’obbligo di copertura è già in vigore per i professionisti sanitari: L. 24/2017 art. 10 comma 3).
  • Automatizzare la condivisione delle informazioni e delle comunicazioni principali inter-PA. Tutte le modifiche relative alla residenza, ad esempio andrebbero automaticamente comunicate all’Agenzia delle Entrate e agli altri enti (INAIL, CCIAA, INPS, etc.) da parte dei Comuni.
  • Istituire un’unica comunicazione relativa alle presenze turistiche (ospiti) da inviare esclusivamente alle Agenzie Regionali del Turismo, che poi si prenderanno carico di inviare la documentazione alle altre Pubbliche Amministrazioni interessate.
  • Digitalizzare, progressivamente, le indagini di Istat che attualmente sono in forma cartacea.
  • Semplificare la modulistica digitale per facilitare la compilazione dell’anagrafica delle imprese, lasciando all’impresa solamente l’onere di inserire il codice fiscale o la partita iva, e lasciando l’onere di caricare le altre informazioni agli altri enti coinvolti (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, etc.) sui loro siti, in quanto già in possesso di tutte le informazioni sulle aziende.
  • Introdurre l’impegnativa digitale (ricetta medica elettronica) anche per le cure termali.
  • Eliminare l’obbligo di consegna, da parte degli stabilimenti termali, delle impegnative cartacee alle ASL.
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