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[Il documento] Boom dell’occupazione in Italia, record storico. In crisi gli autonomi

E’ il posto fisso ad imprimere  un’accelerazione al mercato del lavoro, spingendo il tasso di  occupazione al livello record da 45 anni.

Restano invece le  criticita’ per il lavoro autonomo, con un’ulteriore emorragia di  occupati, mentre calano i contratti a tempo dopo il boom nella  fase ancora incerta della ripresa post Covid.

L’Istat certifica la fase di ripresa del mercato del lavoro nel mese di ottobre, e dalle rilevazioni emerge che a fare da traino e’ stata la crescita del lavoro stabile e l’occupazione soprattutto fra gli  over 50 (+135mila), mentre tra gli under 35 sono andati persi  34mila posti rispetto a settembre e circa 20mila nella fascia  tra i 35 e i 49 anni.    

Nel dettaglio, a ottobre i dipendenti a tempo indeterminato  sono risultati 117mila in piu’ su settembre e 502mila in piu’ su  ottobre 2021, portando il totale a oltre i 15,26 milioni.

In  generale, nel giro di un anno, gli occupati sono stati quasi  500mila in piu’ (+82mila occupati su settembre) e il tasso di  occupazione e’ cosi’ salito al 60,5%, il livello piu’ alto dal 1977  (inizio delle serie storiche) con il totale di occupati che  supera i 23, 2 milioni, battendo per la prima volta il record  pre- pandemia del giugno 2019.

Parallelamente si registra una  lieve flessione del tasso di disoccupazione totale, in calo al  7,8% (-0,1 punti) e di quello giovanile in discesa al 23,9%  (-0,2 punti). Diminuisce anche il tasso di inattivita’ al 34,3%  (-0,2 punti).

E se nel complesso i dipendenti sono aumentati di  99mila unita’ su settembre e di 467mila su ottobre 2021 –  raggiungendo nel mese i 18,24 milioni – va registrata la  flessione dei ‘dipendenti a termine’: a ottobre erano 2.98  milioni con un calo di 18mila unita’ su settembre e di 35mila su  ottobre 2021.    

Per i sindacati il segnale della ripresa delle assunzioni  stabili e’ un segnale positivo e incoraggiante, me ribadiscono il  no all’opzione avanzata dal governo di reintrodurre uno  strumento fortemente precarizzante come il voucher.

La Uil parla  di “un positivo ampliamento della distanza tra lavoro stabile e  lavoro instabile” e si chiede per quale motivo in una fase in  cui il “sistema produttivo sta maggiormente investendo nella  buona occupazione” il nuovo governo intenda “invertire questa  rotta positiva con la reintroduzione a tutto campo, come si  legge nello schema della prossima Legge di Bilancio, del voucher  che e’ inconfutabilmente uno strumento che amplia diseguaglianze  sociali e aumenta il rischio di poverta’ lavorativa”.     

Del resto, a certificare un quadro  economico e occupazionale  ancora molto incerto sono i dati negativi sul lavoro autonomo:  gli ‘occupati indipendenti’ a ottobre erano 4,987 milioni con un  calo di 17mila unita’ su settembre e un aumento di solo 29mila  unita’ su ottobre 2021.

Per Confcommercio “uno degli elementi di  criticita’ continua ad essere rappresentato dal lavoro autonomo  che, a parte occasionali miglioramenti, continua a registrare  una progressiva tendenza alla riduzione”.     Confesercenti rimarca come per i lavoratori autonomi si sia  registrato “un nuovo calo, per complessive 37mila unita’ in due  mesi”, e chiede al governo “provvedimenti e risorse mirati alla  tutela dell’occupazione imprenditoriale”. 

Per la confederazione  sono positivi il ritorno dei voucher ed “un primo passo nella  direzione del taglio del cuneo fiscale, anche se bisogna  procedere verso una riduzione piu’ generale del costo del  lavoro”. Sulle agevolazioni per le assunzioni di giovani,  Confesercenti suggerisce di proseguire in prospettiva con la  “staffetta generazionale” a fronte di pensionamenti anticipati,  ma – avverte –  “servono misure mirate a rinforzare il sistema  di formazione e delle politiche attive, indispensabili per  garantire una maggiore e piu’ qualificata occupazione, insieme ad  una formazione mirata per l’avvio di nuove imprese”.

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