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I tumori costano all’Italia 20 miliardi all’anno, serve più prevenzione | L’analisi

 “I tumori hanno un costo sociale in Italia pari a circa 20 miliardi di euro annui e il cancro rappresenta nel nostro Paese la prima causa di morte per malattia in età pediatrica, con un incremento annuo delle nuove neoplasie pediatriche doppio rispetto alla media europea, ma triplo sotto un anno di età, per un totale stimato in 2.200 nuovi casi l’anno in Italia tra bambini  e adolescenti e costi sanitari pari ad almeno 22 milioni di euro”. E’ la fotografia scattata dai medici della Società italiana di medicina ambientale (Sima) che, alla vigilia della Giornata mondiale contro il cancro rivolge un appello alle istituzioni italiane ed europee chiedendo “di puntare sulla prevenzione primaria, soprattutto rispetto  ai determinanti ambientali che incidono sull’insorgenza dei tumori”.        

“In Europa i malati oncologici sono 2,7 milioni e supereranno i 3 milioni nel 2030 – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Non   si può parlare di lotta al cancro se si rinuncia in partenza a   combattere la battaglia per la riduzione dell’incidenza delle   neoplasie, cioè del numero di nuovi casi di tumore che si verificano   ogni anno. E’ necessario puntare sulla prevenzione primaria, anziché   concentrare tutti gli sforzi e tutte le risorse sul pur giusto   obiettivo di garantire al più alto numero di pazienti cure sempre più   efficaci. Non vediamo purtroppo seri impegni nemmeno da parte delle   istituzioni europee verso l’obiettivo di non far ammalare le persone   di tumore”. 

“Per combattere efficacemente il cancro –   sottolinea Miani – serve prima di tutto rimuovere le esposizioni ai   cancerogeni ambientali, ovvero le sostanze certamente cancerogene per   l’uomo (Classe 1 Iarc), per le quali vale il principio di prevenzione,  e quelle probabilmente cancerogene (Classe 2 Iarc), classificate come   tali dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro, a cui dovrebbe  applicarsi il principio di precauzione sancito nei trattati di   funzionamento dell’Unione Europea”.        

“Preoccupante è il rapido incremento del dato d’incidenza fornito   dalle fonti ufficiali (Airtum/Aiom), che vedeva almeno 376mila nuovi   casi di tumori nel 2020, rispetto ai 250mila nuovi tumori stimati nel   2010 – commenta Prisco Piscitelli, epidemiologo e vicepresidente Sima   – C’è poi una questione meridionale ancora aperta, perché al Sud la   sopravvivenza a 5 anni dopo diagnosi di tumore, pur rimanendo nella   media europea, è più bassa rispetto al Nord Italia, cioè 81% contro   85%. Sima si appella al Governo perché si affronti la questione in   maniera complessiva, non solo in termini di accesso a cure, ma   inserendo tra le priorità la prevenzione”.

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