I produttori del Paese asiatico puntano a invadere il mercato europeo con i loro veicoli elettrici.
E per schivare i dazi sull’export aprono stabilimenti dentro l’Unione.
Il primo a muoversi è Byd, la società di Shenzhen, che in realtà già dal 2017 è operativa con un impianto di assemblaggio di autobus nella città settentrionale ungherese di Komárom.
Sempre in Ungheria, a Szeged, Byd costruirà il suo primo stabilimento europeo per auto: la produzione sarà avviata già nel 2026 con almeno 10 mila auto realizzate all’anno, ma l’obiettivo è quello di una capacità minima di 100 mila veicoli l’anno entro il 2030, che però potrebbe anche essere triplicata fino a 300 mila.
La seconda casa automobilistica cinese ad aver annunciato l’avvio della produzione in Europa è Chery.
Il gruppo, che ha scelto la Spagna come primo approdo produttivo sul territorio europeo, inizierà a realizzare automobili a marchio Omoda, uno dei suoi brand, nell’ex impianto Nissan di Barcellona.
L’inizio della produzione è previsto certamente entro il 2025, ma forse l’avvio potrebbe essere anticipato già a quest’anno, dal momento che si tratta di uno stabilimento già esistente.
La società cinese vuole iniziare a produrre a un ritmo di 30 mila auto l’anno dal 2025, ma l’obiettivo è quello di arrivare a realizzare, operando in joint venture con il gruppo spagnolo Ev Motors, 150 mila veicoli all’anno entro il 2029.
Al momento Byd e Chery sono le uniche due case cinesi con piani produttivi europei già ufficializzati e definiti, ma ci sono diversi altri gruppi che si stanno guardando intorno alla ricerca del Paese e delle condizioni più favorevoli per avviare la produzione e sono in discussioni avanzate con le autorità locali.
Uno di questi, ad esempio, è Geely che si sta confrontando con la Polonia per aprire lì il suo primo sito europeo, ma l’accordo che era stato siglato con la precedente amministrazione non ha ancora ricevuto il via libera definitivo dal nuovo governo e una decisione definitiva è attesa entro l’estate.
Geely vorrebbe iniziare a produrre le sue auto elettriche in Polonia nel 2026, con un ritmo iniziale di 10 mila auto l’anno.
Il marchio Mg, che fa parte del gruppo Saic ed è attualmente il più diffuso in Italia tra quelli cinesi, sta invece valutando di iniziare a produrre nel Regno Unito e un’opzione è il sito di Longbridge, che è già di proprietà di Saic.
Entro un paio d’anni verrà presa una decisione.
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, si augura che qualcuno di questi player scelga l’Italia ma dai colloqui in corso al momento non è arrivato nessun risultato.
Secondo le indiscrezioni, come soluzione per un secondo sito oltre a quello spagnolo, il governo avrebbe offerto a Chery impianti esistenti al momento inutilizzati.
Anche Dongfeng Motor, come ha confermato la società, è in trattative con l’Italia per aprire un impianto con una capacità di oltre 100 mila veicoli all’anno.
Infine c’è l’opzione Leapmotor, di cui Stellantis ha il 21%: secondo indiscrezioni sembrava che il marchio cinese potesse iniziare a produrre nell’impianto di Mirafiori a Torino, ma voci più recenti indicano lo stabilimento di Tychy, in Polonia, come quello su cui è caduta la scelta.