La si può chiamare ormai la battaglia sull’Ilva, con effetto collaterale la possibile perdita di 1 miliardo di euro del Pnrr.
Nella contesa in atto sulla decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto, oggi Acciaierie d’Italia, il governo studia una mossa a sorpresa: stralciare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza il miliardo destinato a Dri d’Italia spa, la società pubblica che dovrà avere un ruolo chiave nel progetto di trasformazione green, e spostare tutta la copertura sul Fondo nazionale di sviluppo e coesione.
Sganciandosi dalle rigide tempistiche del piano concordato con l’Europa, come scrive Il Sole 24 Ore, il governo utilizzerebbe risorse che non hanno scadenze predeterminate per salvare in questo modo l’investimento che prevede la realizzazione di un impianto per il preridotto di ferro, il semilavorato da impiegare nei forni elettrici previsti nella riconversione il siderurgico.
Dri, controllata al 100% da Invitalia, dovrebbe rifornire con il preridotto, da produrre mediante l’impiego di idrogeno, principalmente Acciaierie d’Italia ma anche alcuni gruppi siderurgici del Nord.
Nelle settimane scorse, a colpi di lettere incrociate, è andato però in scena uno scontro frontale tra la stessa Dri e Acciaierie d’Italia, che si è di fatto candidata a realizzare l’impianto green in proprio.