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Giuseppe Remuzzi (virologo): «Il virus resisterà, ma grazie al farmaco non ci ammaleremo»

«Il virus resisterà ma grazie al vaccino non ci ammaleremo: andrebbe tolto il brevetto». Lo afferma lo scienziato Giuseppe Remuzzi intervistato da Marco Imarisio per il Corriere della Sera. Professor Remuzzi, il vaccino estinguerà il virus? «No, ed è meglio dirlo con chiarezza. Tutti i vaccini in dirittura d’arrivo, a cominciare da quello della Pfizer, non sopprimeranno il coronavirus. Per capirci, saranno più simili ai vaccini anti-influenzali che a quello della Polio. Ci proteggeranno dalla malattia, ma non la faranno sparire».

Cosa possiamo aspettarci realisticamente? «Abbiamo almeno otto candidati in fase 3, l’ultimo gradino della sperimentazione. Quindi, è ragionevole pensare che ne arrivino almeno un paio in contemporanea». È così importante? «Non sappiamo se ognuno di essi sarà efficace al cento per cento, e nessuno sarà prodotto in quantità così grandi da soddisfare l’intera popolazione mondiale. Averne più di uno, ci aiuterà ad avvicinarci all’obiettivo di coprire l’intero pianeta, e intanto permetterà agli scienziati di perfezionarli in corso d’opera».

A quel punto cosa succederà? «Sarà immunizzata gran parte della popolazione ma solo a condizione che vengano mantenute le attuali misure di attenzione. Mascherina, distanziamento sociale, lavaggio continuo delle mani. Al momento, nessun vaccino riuscirà da solo ad estinguere la pandemia». Ma l’arrivo del vaccino è un primo colpo al virus? «Certamente sì. Oltre a proteggere e a scongiurare quanti più decessi possibili, impedirà anche la trasmissione dell’agente patogeno da una persona all’altra. Avrà anche un effetto indiretto. Durante l’attuale fase di pandemia, potrebbe essere questa la conseguenza più importante». popolazione».

Esiste un modo per distribuirlo il più in fretta possibile? «A parole tutti vogliono farlo, ma nessuno dice come. In buona sostanza, esistono tre diversi attori. Uno è Co-vax, l’associazione formata dall’Oms, dalla fondazione di Bill Gates e dal World Economic Forum tra gli altri, che si prefigge di darlo a ogni Paese in modo equo ed etico. Poi ci sono i produttori, anch’essi impegnati pubblicamente a distribuirlo in modo ampio. Infine, i singoli governi nazionali. E devono mettersi d’accordo tra loro».

Almeno si stanno parlando? «Al momento, questo dialogo manca. Anche perché qualcuno dovrebbe riconoscere che il modo più veloce per rendere fruibile a tutti il vaccino sarebbe quello di togliere da subito il brevetto. E purtroppo sono abbastanza sicuro che questo non accadrà».

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