Firenze, Milano e Bologna sono le città metropolitane ai primi posti per Benessere equo e sostenibile dei territori (BesT).
Reggio di Calabria, al contrario, vive i maggiori svantaggi.
Un’analisi dell’Istat mette a confronto le 14 città metropolitane – dove vive il 36,2% della popolazione – e mostra una predominanza, al Nord e al Centro, di indicatori sopra la media nazionale, mentre nel Meridione prevalgono gli svantaggi, con l’eccezione positiva di Cagliari.
Roma è in posizione intermedia “facendo idealmente da spartiacque” tra città del Centro-Nord e del Sud, con vantaggi nel 54,8% degli indicatori ma pure “forti contrasti”.
Tra le città metropolitane del Meridione, Cagliari si distingue positivamente con una quota di vantaggi del 61,3%, superiore a quella di Roma.
La quota più elevata di svantaggi si riscontra a Reggio di Calabria (79% per cento), seguita da Catania, Napoli e Messina con percentuali superiori al 70% e Palermo e Bari poco sotto.
Reggio Calabria è anche però la città metropolitana con la percentuale più alta di persone molto soddisfatte per la propria vita (56,5%) e che dichiarano di avere parenti a cui rivolgersi in caso di bisogno.
Tornando alla testa della classifica, Firenze, Milano e Bologna hanno oltre il 75% degli indicatori sopra la media nazionale e valori particolarmente alti per Innovazione, ricerca e creatività e Qualità dei servizi.
Percentuali di vantaggio leggermente inferiori riguardano Torino, Genova e Venezia.
Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, il quadro più critico, per il complesso delle 14 città metropolitane, emerge nel dominio “Ambiente”, dove circa due terzi degli indicatori sono al di sotto della media nazionale.
Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio “Qualità dei servizi”, con due terzi degli indicatori con valori superiori alla media.
L’Istat segnala per il reddito disponibile nelle città metropolitane del Centro-nord un livello medio più elevato ma anche una maggiore disuguaglianza tra gli individui.
In merito alle risorse educative e gli esiti scolastici, emergono criticità in tutte le città metropolitane del Mezzogiorno, con l’eccezione positiva di Bari.
Milano, invece, mostra una maggiore carenza di risorse educative rispetto alle altre città metropolitane del Centro-nord.
Sul fronte della salute, Napoli ha i tassi di mortalità evitabile più alti degli altri capoluoghi metropolitani e Firenze i più bassi: nel 2021 sono stati pari a 29,3 per 10mila abitanti nella città campana, circa il doppio di quelli fiorentini (14,9).
Bari, Napoli e Palermo sono ai minimi per la sicurezza percepita dai cittadini, secondo l’analisi dell’Istat ‘Il benessere equo e sostenibile dei territori – Le città metropolitane’.
Le persone che dichiarano di sentirsi sicure o abbastanza sicure nel camminare da sole quando è buio, nella zona in cui vivono, sono rispettivamente il 50,6%, il 52,6% e 53,9% in questi capoluoghi, poco più di una su due (secondo gli ultimi dati, relative l 2022).
Seguono Roma, Milano e Catania.
I risultati più elevati, sul fronte della sicurezza percepita, camminando da soli al buio, sono invece a Messina (69,3%), Reggio di Calabria (66%) e Genova (63,9%).
In generale la percezione di sicurezza è tendenzialmente minore nei capoluoghi rispetto alla città metropolitana nel suo complesso, ma questa differenza è solo di pochi punti a Milano e Roma.
Le famiglie che dichiarano di percepire molto o abbastanza rischio di criminalità nella zona in cui abitano, inoltre, sono il 57,7% a Napoli, il 42,4% a Bari, il 41,6% a Catania, seguite da Roma (38,6%) e Milano (38%).
All’estremo opposto ci sono Messina (dove segnala rischio di criminalità il 18,5% delle famiglie), Cagliari (20,2%) e Genova (22,2%).