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Emirates e Dubai: una crisi economica che cresce in simbiosi

Emirates Airline, a Dubai, è stata la scintilla in grado di trasformare la città da semplice area desertica a grande metropoli mediorientale. Il ruolo che la compagnia aerea ha avuto negli anni è stato fondamentale, al punto di rendere la città uno dei più grandi hub intercontinentali, con conseguente boom economico. Il Covid-19 ha però spazzato via tutte le certezze che si avevano e, assieme alla recessione economica, ha costretto per la prima volta Emirates a un consistente ridimensionamento. Dopo aver resistito ai conflitti in Medio Oriente e alle crisi del mercato petrolifero, è toccato anche alla compagnia di stato degli Emirati Arabi.

Un taglio di decine di migliaia di posti di lavoro dal suo staff di 100.000 dipendenti e una crisi che cresce in simbiosi con la situazione cittadina. Lo stop di gran parte dei collegamenti internazionali ha scatenato un effetto domino sulla città di Dubai, con un numero notevolmente ridotto di espatriati, e con tagli alla spesa nei ristoranti, nei bar e nelle scuole private di Dubai.

«Una situazione molto difficile per il settore dell’hospitality, per i ristoratori, gli albergatori, ma non sono soli. Il numero di espatriati che raggiungono Dubai si è notevolmente ridotto», ha commentato il presidente di Emirates Tim Clark nel corso di un’intervista.

Nonostante la parziale riapertura delle città mediorientali ai turisti, lo scorso 7 luglio, i dati sui viaggi sono rimasti deboli, a causa dell’alto tasso di contagi o delle limitazioni sulla mobilità. Meno 12% dei passeggeri trasportati rispetto allo stesso periodo del 2019, oltre alle contrazioni mensili che il settore turistico ha vissuto da gennaio a oggi, secondo quanto riportato dall’indice di Ihs Market.

Secondo la società immobiliare Colliers International «gli hotel di Dubai vedranno un tasso di occupazione compreso tra il 45% e il 50% nel 2020». S&P Global Ratings stima invece una contrazione dell’11% circa, nel 2020, sull’economia della città.

Emirates si è impegnata a cercare soluzioni alternative per convincere le persone a viaggiare. La compagnia aerea infatti si è impegnata a coprire le spese mediche dei pazienti in caso di contagio da Covid-19. La procedura attuale, per quanto riguarda gli Emirati Arabi Uniti, permette l’ingresso nel Paese a viaggiatori stranieri solo in caso di negatività ai test anti-Covid, quattro giorni prima della partenza. Nonostante la città di Dubai (un terzo dei 10 milioni di abitati degli Emirati Arabi Uniti) non renda noti i numeri dei contagi, nel Paese, al 21 settembre, i dati segnalano il sorpasso sulla Cina nel numero totale di casi di Covid accertati.

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