Nella capitale russa è andato in scena l’ultimo atto di un asse tra il presidente cinese, Xi Jinping, e il presidente russo, Vladimir Putin, che si rafforza dal 2013, quando Xi andò a Mosca per la prima volta da presidente cinese. In dieci anni si sono registrati più di quaranta incontri, per un legame che continua a rinsaldarsi, e che lo scorso anno è diventato una partnership “senza limiti”, a sole tre settimane dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte dei soldati di Mosca. L’uomo forte di Pechino è tornato in Russia per la prima volta dall’inizio del terzo, inedito, mandato presidenziale, che fa di lui il leader cinese più potente dai tempi di Mao Zedong.
Il clima è molto diverso da allora: i rapporti di Pechino con l’Occidente si sono incrinati già prima che la Cina assumesse una posizione “neutrale”, ma sostanzialmente vista come filo-russa, sulla guerra in Ucraina. La disputa commerciale e tecnologica con gli Usa, e le tensioni su Taiwan hanno allontanato Pechino da Washington, e intanto Pechino registrava una sintonia sempre più evidente con Mosca. Già da molti anni, per Pechino, «il limite della cooperazione con la Russia è il cielo», e oggi Cina e Russia appaiono sempre più vicine, capaci di instaurare «un nuovo modello di relazioni», elogiato dai protagonisti di questi ultimi due giorni in articoli comparsi sui giornali.