In questo momento la guerra tra Russia e Ucraina ruota attorno agli esiti della controffensiva ucraina e sulla crescente consapevolezza che nessuno dei due schieramenti riuscirà a imporsi sul terreno. Molti elementi fanno ritenere che con uno sforzo di volontà politica si potrebbe giungere a un cessate il fuoco e a un congelamento del conflitto. Emergono negli Stati Uniti forti perplessità sulla continuazione della guerra anche per i costi che essa comincia a comportare sul bilancio americano nonostante i lauti guadagni dell’industria militare, maggiore beneficiario del conflitto in corso.
Si pone tuttavia il problema politico di come uscire da una situazione ingarbugliata senza delegittimare Zelensky e senza dare l’impressione che Putin abbia vinto. L’uscita dello stesso Zelensky sulla disponibilità (subito ritrattata) a trovare un compromesso su una Crimea smilitarizzata, lascia comprendere come Kiev stia ormai ridimensionando gli obbiettivi di una controffensiva che secondo i maggiori esperti militari non sembra destinata ad ottenere sul terreno i risultati sperati.
Zelensky teme di perdere il sostegno americano e di altri Paesi occidentali e deve dimostrare in qualche modo che le truppe ucraine fanno progressi sul terreno. Gli attacchi portati dai droni su territorio russo e in particolare sulla Crimea sembrano rappresentare più che una scelta strategica ragionata una reazione alla frustrazione della mancata avanzata nei territori occupati, nella speranza che ciò serva a mantenere viva nell’opinione pubblica l’impressione che l’Ucraina sta vittoriosamente conducendo le operazioni e mantenere fermo il sostegno militare occidentale. Le elezioni si avvicinano in Usa, in Russia e nella stessa Ucraina, se verrà sospesa la legge marziale.
I leader di questi tre Paesi sono ciascuno a suo modo, alla ricerca della formula che possa quadrare il cerchio. Ovvero, per dirla con Clausewitz, cessare le ostilità e continuare la guerra con i mezzi della politica, senza che nessuno possa proclamarsi vincitore o essere dichiarato vinto. Tuttavia, ancora nessuna soluzione si profila all’orizzonte Zelensky continua a sperare di sferrare il colpo vincente con l’arrivo degli F16, mentre Putin non nasconde le sue mire su Odessa. Ne consegue uno stillicidio di notizie volte a convincere le rispettive opinioni pubbliche che la vittoria è vicina, allontanando in tal modo la possibile cessazione del conflitto.