Il rincaro delle materie prime hanno portato a far crescere i prezzi in bolletta. Si tratta di un fenomeno «internazionale, a partire da gas e CO2, a seguito, paradossalmente, della forte ripresa post Covid». A sostenerlo è Stefano Donnarumma, ad di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale.

«Lo scorso trimestre le misure straordinarie del governo hanno mitigato gli oneri di sistema. In bolletta però solo il peso delle reti, che rappresentano la parte più piccola del conto energetico, è rimasto invariato, senza subire alcun aumento» sottolinea. Solo «gli importanti investimenti da noi già stanziati per la realizzazione di nuove reti possono abilitare un cambiamento radicale della situazione, favorendo il calo delle bollette e la transizione energetica», afferma in un’intervista a Il Messaggero.

In futuro «Largo a sole, vento, acqua e accumuli per vincere questa battaglia e poter offrire giusti e notevoli risparmi a cittadini e imprese». Dobbiamo «nei prossimi 10 anni, passare al 60-65% di energia prodotta da fonti rinnovabili, sostituendo gas e carbone e approvvigionandoci dalla natura. Consideriamo che un aumento delle fonti rinnovabili, pari a quello oggi previsto per centrare i target al 2030, consentirebbe, dati gli attuali prezzi di gas e CO2, di risparmiare più di 4 miliardi l’anno».

La situazione attuale dei consumi «mostra che siamo tornati a livelli pre covid: l’Italia è ripartita. Tra l’altro, i nostri investimenti contribuiscono significativamente alla ripresa: ogni miliardo investito in infrastrutture ne genera infatti fino a 3 in termini di Pil, con 1000 posti di lavoro: in 10 anni ne creeremo quindi quasi 20mila». 

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