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David Ellwood (Professore Università Bologna): «Il vaccino è un’arma politica, ma garantisce un vantaggio temporaneo»

La corsa ai vaccini si è trasformata in un grande gioco geopolitico che potrebbe ridisegnare i perimetri del mondo post pandemia. Ne parla David Ellwood, già docente di relazioni internazionali all’Università di Bologna, intervistato sul Quotidiano Nazionale da Davide Nitrosi.

Professor Ellwood, davvero il vaccino è un’arma politica? «Per ora è un’arma potente. Ma potrebbe essere effimera. Ci sono oltre 200 vaccini che si stanno sviluppando nel mondo, il vantaggio è temporaneo e per ora chi fa valere il suo prodotto e la sua presenza guadagna».

Il Paese più attento alla valenza politica dei vaccini è la Cina? «Le strategie di soft power della Cina sono infinitamente più grandi del virus. La Silk Belt raggiunge ogni parte della terra. Prima era dominata dalle questioni culturali, ora dai vaccini Sinopharm. Li fanno arrivare ovunque, hanno costruito una catena logistica con aerei, magazzini e camion».

Come si muovono i russi? «Per la prima volta i russi hanno qualcosa da esportare e Mosca fa mosse propagandistiche. Ha offerto i suoi vaccini ai diplomatici stranieri. L’ambasciatore italiano li ha accettati, americani e britannici hanno fatto arrivare i vaccini da casa».

Ma cosa pensano di ricavare russi e cinesi? «La Cina è quella con la strategia più a lungo termine: vuole arrivare al cuore dell’Europa».

Biden che dice “prima gli americani” sbaglia strategia in Europa? «Ogni capo di Stato deve pensare ai suoi cittadini. Draghi ha fatto benissimo a bloccare l’export di dosi verso l’Australia. L’America guarda dentro di sé e ha molte zone dove la vaccinazione è in ritardo».

Ma la democratica Europa non ha forza? «E’ la prima volta che la Ue deve comprare su grande scala un prodotto. Ha pressato molto le aziende per avere velocità e sicurezza ma questi requisiti sono entrati in conflitto».

Perché Bruxelles blocca il vaccino Sputnik? «L’Europa ha procedure lunghe e laboriose di produzione e verifica dei vaccini che prevedono anche l’ispezione delle fabbriche. Ed è partita in ritardo. Ma non credo che escluderà in modo definitivo i russi».

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