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Ci sono due milioni di posti di lavoro disponibili. Ma nessuno ha le competenze | L’analisi 

“Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è un   problema strutturale in forte crescita che ha interessato nel 2022   oltre 2 milioni di persone. Un fenomeno accelerato dalla pandemia che   ha a che fare con le competenze e il divario tra quelle richieste   dalle imprese e quelle possedute da chi cerca lavoro. L’orientamento   scolastico è fondamentale. Al Cnel, alla presenza del Ministro   Valditara, abbiamo raccolto la disponibilità di governo, regioni,   parti sociali, istituzioni formative ad una collaborazione stabile tra  tutti gli attori e le istituzioni coinvolte a livello nazionale sulle   prospettive dell’accesso al mondo del lavoro”. Ad affermarlo è il   presidente del Cnel, Tiziano Treu che è intervenuto oggi a Roma al   convegno “Mismatch e transizioni. Il lavoro, la formazione e il   raccordo tra domanda e offerta” che si è svolto alla presenza del   Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.        

Il convegno è stato organizzato per presentare i primi risultati del   tavolo Cnel sul mismatch istituito nel febbraio 2022 e coordinato dai   consiglieri Silvia Ciucciovino e Michele Faioli che ha svolto ben 22   audizioni di istituzioni, imprese, associazioni e il coinvolgimento di  oltre 100 esperti e manager. Dal report, curato da Ruggero Parrotto,   emerge che il mismatch nel 2022 ha raggiunto il 40%. Attualmente,   secondo gli ultimi dati di Unioncamere, ci sono 500mila posti di   lavoro vacanti. In media le imprese impiegano 3,9 mesi a reperire il   profilo ricercato. Il 16,8% dei profili richiede una ricerca tra 6 -12  mesi e per l’8,1% la ricerca supera i 12 mesi. Molte le cause di   questo quadro particolarmente complesso tra cui aspetti demografici,   sociali, culturali, retributivi, ma soprattutto l’inadeguatezza di   percorsi formativi poco orientati alle professioni richieste dal   mercato e non al passo con l’innovazione tecnologica.

Le regioni del   Centro-Sud quelle in maggiore sofferenza: Molise, Sardegna,   Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia e Calabria. Tra i settori più   critici quello dell’informatica, dove c’è scarsissima disoccupazione   ma grande difficoltà di reperimento, e quello della ristorazione, dove  insieme a una difficoltà di reperimento si associa elevata   disoccupazione. Gli operai specializzati quelli di più difficile   reperimento (55%) ma anche i dirigenti d’impresa (55%), mentre le   maggiori difficoltà di reperimento sono nell’edilizia e nel   manifatturiero (dati Unioncamere).      

Tre le proposte emerse dal convegno: l’ipotesi di costruire un sistema  interregionale di raccordo fra domanda e offerta di lavoro, una sorta   di cruscotto di ”Emergenza Lavoro”; una piattaforma nazionale   sull’orientamento; e infine, uno schema di patti di collaborazione fra  imprese e mondo Universitario per integrare i programmi formativi   degli studenti in modo da accelerare e favorire i tempi di accesso al   mercato del lavoro. 

“Questo fenomeno è in continuo aumento: una piaga   economica e sociale che riguarda 1,3 miliardi di persone nel mondo e   che può arrivare a ridurre del 6% la produttività a livello globale.   Dobbiamo affrontare con urgenza il gap fra velocità di cambiamento e   velocità di aggiornamento dei programmi formativi. Credo nella   responsabilità congiunta di scuola e impresa nel superare questo   ostacolo, nella costruzione di una filiera integrata della formazione   professionale. La scuola è centrale nello sviluppo di progetti pilota   sull’orientamento e di patti tra imprese e università” sottolinea   Valditara.        

“Dalla giornata odierna emerge in maniera ancora più evidente il   valore del lavoro svolto in questi mesi e la necessità di continuare   ad assicurare presso il Cnel un luogo di riflessione e confronto   mirato all’individuazione di soluzione efficaci e condivise. In tal   senso raccogliamo anche l’invito del Ministro Valditara a continuare   nel percorso di dialogo tra tutti gli attori coinvolti nel mismatch”,  conclude Francesco Tufarelli, Segretario generale del Cnel.        

“Il 24,6% del mismatch è dovuto alla mancanza di candidati e ciò crea   un mancato valore aggiunto di 15 miliardi di euro”, spiega Claudio   Gagliardi, Vicesegretario generale di Unioncamere.

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