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Christine Lagarde (presidente BCE): «Possiamo alzare i tassi poche settimane dopo lo stop al Quantitative Easing»

La Bce deve agire e dimostrare il suo impegno a preservare la stabilità dei prezzi e un primo rialzo dei tassi potrebbe arrivare anche “dopo sole poche settimane” dalla fine degli acquisti netti di titoli, che dovrebbe avvenire all’inizio del terzo trimestre.

Lo ha ribadito, con una certa enfasi, la presidente Christine Lagarde, intervenendo alla cerimonia per il 30esimo anniversario della Banca centrale della Slovenia.

“Dopo il primo rialzo dei tassi il processo di normalizzazione sarà graduale. Uso deliberatamente il termine normalizzazione – ha sottolineato – e non inasprimento”.

Lagarde ha ribadito la sequenza tempistica con cui, da mesi, la Bce ha detto che intende procedere verso questa normalizzazione. “Primo, metteremo fine agli acquisti netti di titoli. Sulla base dei dati che giungeranno, la mia aspettativa è che debbano concludersi all’inizio del terzo trimestre.

Il primo rialzo dei tassi, sulla base della forward guidance della Bce, avverrà un qualche tempo dopo la fine degli acquisti netti.

Finora – ha sottolineato – non abbiamo, volutamente, definito in maniera precisa la nozione di ‘qualche tempo’. Ma sono stata molto chiara sul fatto che questo potrebbe significare un periodo di sole poche settimane”.

Quindi, concretamente, si profila un possibile aumento dei tassi in estate, forse già a luglio. Perché lo stop acquisti guidane di titoli con il programma App dovrebbe essere deciso nella riunione del Consiglio direttivo del 9 giugno.

E facendolo scattare subito, all’inizio del terzo trimestre, che parte con luglio, ci potrebbero essere quelle “poche settimane” di cui parla Lagarde per poi procedere ad un aumento del costo del danaro, dato che il successivo consiglio monetario si terrà il 21 luglio. Altrimenti si dovrebbe spettare l’8 settembre.

“Con l’inflazione che resterà probabilmente alta per un certo periodo di tempo, saranno cruciali azioni che dimostrino il nostro impegno alla stabilità, per ancorare le aspettative di inflazione e contenere effetti di secondo livello”.

Lagarde ha rilevato che sia l’inflazione di fondo (l’indice depurato dalle voci più volatili), sia le attese di inflazione nell’area euro sono par o superiori all’obiettivo Bce del 2%. Il tutto mentre “appare sempre più improbabile che tornino le dinamiche disinflazionistiche dello scorso decennio. Ne risulta – ha detto la presidente – che sia appropriato che la nostra policy torni a parametri più normali”.

Ma questo tenendo conto che nell’area euro (a differenza che negli Usa) “non abbiamo eccessi di domanda aggregata, consumi e investimenti restano al di sotto dei livelli precrisi e la guerra sta creando una sfida per la politica monetaria, moderando i tassi di crescita – ha rilevato – e spingendo al rialzo l’inflazione”. Per questo l’impegno alla flessibilità della “sarà cruciale”.

E “in più – ha aggiunto – la Bce ha coerentemente messo enfasi su l’opzionalità della sua politica monetaria, che ci crea spazio per rispondere a sorprese sull’inflazione in maniera tempestiva e efficiente”. Guardando più in generale la situazione dell’Ue, la strada finora compiuta “non è stata facile e le sfide che dobbiamo affrontare restano tante”.

A cominciare dalla guerra russo ucraina. “Ma sono fiduciosa che le supereremo”. Lagarde è tornata a citare le parole di Jean Monnet, secondo cui l’Europa sarebbe stata forgiata durante le crisi. “Sono convinta che qualunque cosa si presenti sulla nostra strada sapremo trovare la risposta”.

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