Eliminare regole inutili, moduli ridondanti, procedure complesse che costano soldi alle imprese italiane, allungano i tempi di realizzazione dei progetti e minano la crescita della produttività e della competitività delle nostre imprese.
E’ il cuore delle 20 proposte di carattere generale e 91 proposte specifiche che l’Osservatorio sui conti pubblici italiani guidato da Carlo Cottarelli e la Fondazione Think Tank Nord Est hanno messo a punto, insieme a imprese e associazioni di categoria, per fornire suggerimenti in vista del decreto semplificazioni a cui il governo sta lavorando.
Per agevolare l’attività d’impresa e “liberare” tempo e risorse da dedicare alla produzione, le aziende chiedono “un radicale cambio di approccio del legislatore e della pubblica amministrazione”.
In particolare emerge l’esigenza di rispettare l’obbligo di risposta da parte della P.a. entro limiti temporali predefiniti (da 30 a 90 giorni a seconda dei casi), prevedendo, in ogni circostanza, il silenzio assenso in caso di mancato rispetto dei termini;
definire, nei casi in cui il progetto coinvolga più livelli di governo (Comune, Regione, ecc.), a quale soggetto spetti il ruolo di cabina di regia; ridurre drasticamente il numero degli enti coinvolti nelle decisioni; introdurre, nel caso di mancata definizione di decreti attuativi relativi a provvedimenti di semplificazione entro i termini stabiliti dalla legge, una penalizzazione automatica per i responsabili, fino al livello del Ministro responsabile;
introdurre il riconoscimento automatico dell’indennizzo da ritardo nella conclusione dei procedimenti amministrativi, come previsto per esempio dall’Umbria; riconfigurare e ridefinire il reato di abuso d’ufficio e la responsabilità erariale.
Nel mondo degli appalti, il numero di documenti da presentare per poter partecipare a bandi e gare e appalti è considerato “elevatissimo”, e richiede l’invio, sia cartaceo sia telematico, degli stessi documenti a più soggetti.
Allo stesso modo, ci sono troppe stazioni appaltanti, non sempre in grado di rispondere alle richieste delle imprese e con troppe diversità a livello di modulistica e documentazione.
Per questo si chiede di ridurre gradualmente il numero delle stazioni, rendendo obbligatoria la loro aggregazione e standardizzando i modus operandi e la modulistica richiesta.
C’è poi il capitolo fisco. Gli oneri legati agli adempimenti sono considerati numerosi, anche per l’elevato numero di tributi, cui si aggiunge l’eccessiva complessità e rigidità della documentazione richiesta.
Le proposte generali vanno dunque dal riordinare le aliquote Iva con una riduzione e semplificazione delle differenze tra regimi, riducendo il rischio di contenziosi, al semplificare e ridurre il carico di comunicazioni che il mondo produttivo deve redigere e inviare all’amministrazione finanziaria; ridurre gli adempimenti legati alla fatturazione elettronica (esterometro, split payment, reverse charge) e soprattutto “l’incertezza e la mancanza di stabilità causata dal continuo cambiamento delle regole”.