Terna è al lavoro sulla prima asta per acquisire nuova capacità di stoccaggio relativa alle batterie agli ioni di litio, tassello cruciale per garantire la crescente integrazione delle rinnovabili, la cui energia può essere immagazzinata attraverso gli accumuli e rilasciata nel momento di maggiore necessità.
La società guidata da Giuseppina Di Foggia ha incassato nei giorni scorsi il via libera del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che ha approvato le regole del meccanismo di approvvigionamento definite da Terna sulla base delle indicazioni dettate dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente.
L’ok del Mase, scrive il Sole 24 Ore, è servito a fissare i confini delle aste che saranno distinte per le batterie al litio e per i pompaggi idroelettrici.
Le procedure per il primo tassello, che avranno come anno di consegna il 2028, saranno effettuate entro la prima metà del prossimo anno, prima dell’asta del mercato delle capacità con lo stesso anno di consegna in modo da andare a ridurre i quantitativi acquisiti tramite quest’ultimo percorso.
Tempistiche e modalità relative ai pompaggi sono, invece, ancora in corso di definizione.
Entro fine novembre, Terna invierà poi al ministero sia i fabbisogni da acquistare che i parametri tecnici per lo svolgimento dell’asta degli accumuli elettrochimici, mentre all’Arera sarà trasmesso un aggiornamento dei costi degli accumuli con l’Autorità che sarà poi chiamata a definire i massimali di prezzo (i cosiddetti cap) delle due aste, da pubblicare almeno 60 giorni prima dell’esecuzione di ciascuna procedura.
Quanto ai volumi, i numeri definitivi non sono ancora noti.
Di certo c’è che le prime aste saranno caratterizzate da un fabbisogno prudente ma al tempo stesso funzionale ad approvvigionare la nuova capacità di stoccaggio necessaria e indispensabile a integrare l’energia prodotta da fonti rinnovabili non programmabili nell’anno di consegna che è poi il 2028 per la prima asta sulle batterie.
È lecito, inoltre, attendersi che la nuova capacità di stoccaggio sarà necessaria principalmente al centro-sud e nelle isole, in considerazione del fatto che la gran parte degli accumuli a oggi disponibili (e relativi a impianti di pompaggio) sono dislocati nel Nord Italia.
I dati aggiornati in possesso di Terna dicono che, al 31 ottobre, si registrano in Italia 707.758 sistemi di accumulo in esercizio per una potenza nominale complessiva di oltre 9,5 Gw.
Di questi, la maggior parte sono allacciati alla rete di bassa tensione (oltre 707.000 impianti per circa 4,3 Gw), 452 impianti alla rete di media tensione per 60 Mw e, in ultimo, 30 impianti sono allacciati alla rete di Terna in alta e altissima tensione per oltre 5,2 Gw.
Per quanto riguarda, invece, le richieste di connessione pervenute a Terna, al 31 ottobre ammontano a 3.352 per oltre 270 Gw di potenza, di cui la maggior parte – 238 Gw – di accumuli stand alone.
Questi valori vanno letti insieme a quelli che documentano il forte incremento, negli ultimi anni, della generazione da fonte rinnovabile non programmabile: +2,9 Gw nel corso del 2022, +5,7 Gw nel 2023 e, nel 2024, stando ai dati aggiornati a settembre, si è registrato un incremento di circa 5,4 Gw.
Numeri molto significativi, dunque, che confermano quanto sia essenziale dotare il sistema elettrico di nuova capacità di stoccaggio.
Tornando, infine, all’asta sulle batterie, operatori stimano che il valore complessivo degli investimenti dovrebbe superare i 2 miliardi di euro, portando a circa 10 miliardi il controvalore complessivo di tutte le procedure che Terna dovrà mettere in campo da qui al 2030.