“Noi chiediamo una revisione complessiva del Green Deal per rendere competitiva l’industria europea e tutelare l’occupazione, tanto più a fronte della sfida lanciata dall’amministrazione Trump in risposta all’egemonia cinese sulle tecnologie green. L’elefante è nella stanza e non da ora”.
Lo dichiara Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, in un’intervista a Repubblica nella quale chiede appunto modifiche al piano green europeo per difendere l’industria.
Spostare solo il problema multe, “è necessario, ma non è sufficiente”, precisa Urso, “anzi, se non si affronta il problema nella sua complessità con una revisione generale del percorso e delle sue modalità, subito, insieme con il nuovo Clean Industrial Deal, avremo presto il collasso dell’industria dell’auto europea. Il nostro non paper sollecita la rimozione delle multe, nel quadro però di una revisione complessiva che preveda anche l’adozione di un piano automotive della Ue”.
Gli interventi necessari e urgenti per il Clean Industrial Deal, secondo il ministro, sono gli incentivi sia sul fronte delle imprese sia su quello degli acquisti, una visione di piena neutralità tecnologica con l’utilizzo dei carburanti alternativi come il biocombustibile, e la rimozione del sistema multe con la revisione della modalità di calcolo delle emissioni dei veicoli.
Il documento italiano è sostenuto da 15 Paesi e i contenuti sono condivisi dalle associazioni industriali di Italia, Francia e Germania e da numerosi gruppi parlamentari europei, in testa popolari e conservatori.
Il 30 gennaio si apre il Dialogo strategico sull’auto e Urso si aspetta “che sia dato ascolto non solo alle case automobilistiche ma anche alle associazioni industriali, a cominciare da quelle che rappresentano la componentistica, e ai sindacati. La visione escatologica dell’elettrico minaccia soprattutto le piccole e medie imprese della filiera”.