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A Bruxelles serve maggiore coesione | L’analisi di Pietro Benassi

Pietro Benassi su Repubblica auspica ‘maggiore coesione a Bruxelles: “Meloni – scrive l’editorialista parlando dell’accordo sulle nomine – ha dovuto prendere atto che la sua postura euro-atlantica fuori dai confini non ha bilanciato — nella valutazione esterna — i ripetuti segnali di sovranismo interno.

L’attuale dinamica, con la premier chiamata a muoversi più da leader di governo che da presidente Ecr, vede anche l’imminente doppio turno delle elezioni in Francia.

Avremo così prime indicazioni delle basi sulle quali potrà muoversi la prossima legislatura con le destre che invocano maggiore spazio.

Il quinquennio che volge al termine ci consegna un’Europa fiaccata dai rivolgimenti geopolitici e alle prese con sfide economiche, tecnologiche e sociali che richiederebbero coesione.

Il bilancio di quanto svolto finora evidenzia risposte unitarie: alla pandemia con i vaccini, alla crisi con i programmi Sure e NextGenerationEU, all’aggressione russa con il sostegno all’Ucraina.

I nodi di fondo restano sul tavolo.

La sfida – sottolinea Benassi – è bene evidenziata dal Capo dello Stato sul ruolo che va riconosciuto al nostro Paese anche nella comune responsabilità a farvi fronte.

L’Ue, nella tenaglia della sfida tra Usa e Cina, si dovrà muovere in avanti mentre le estreme destre al suo interno non esiteranno ad attivarsi per farla retrocedere.

L’Ue, dunque, condivide le sfide globali con il resto dell’Occidente ma con una distinta vocazione strategica, industriale e commerciale, dettata anche dalla sua collocazione geografica, e dovrà fornire risposte con procedure decisionali più snelle e con un bilancio comune finalmente all’altezza.

Ostacoli il più delle volte frapposti — con veti e rivendicazioni di bottega — proprio da quel sovranismo che accusa di inefficacia l’azione europea.

La sfida a livello europeo si innesta su difficili premesse politiche: il tracollo elettorale franco-tedesco e la sfida di Macron possono introdurre ulteriore frammentazione continentale con un indebolimento condiviso tra una Parigi sdoppiata e una Berlino in crisi identitaria.

Sarà bene per noi ricordare che con l’Eliseo condividiamo assonanze nella finanza pubblica, alle prese entrambi con una procedura di infrazione da deficit e – conclude – con Berlino una integrazione manifatturiera certificata da solidi rapporti tra le due Confindustrie”.

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