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Carlo Verdelli (Corriere): «Decisione e azione, il metodo Draghi e i politici ininfluenti»

Le elezioni amministrative si avvicinano per più di mille comuni, compresi quelli di Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino. E i partiti, dice Carlo Verdelli, «i partiti si alzano sui pedali», per quando consapevoli che qualunque risultato «non avrà la minima incidenza sulla marcia del governo. Ed è forse la prima volta che succede nella storia della nostra Repubblica».

«Perché è la prima volta che a guidarla c’è un governo come quello di Mario Draghi» che, scrive Verdelli sul Corriere della Sera, «non è un governo di scopo e né di unità nazionale ma è piuttosto un governo di affidamento personale, cioè legato al prestigio internazionale di chi lo guida, Mario Draghi, appunto».

«Su di lui, sulla fiducia nella sua capacità di gestione, poggia l’intero piano di finanziamenti europei, che porterà all’Italia sfibrata dal Covid più di 200 miliardi da investire entro la fine del 2026. Senza di lui, la possibilità che il flusso di aiuti freni o si interrompa è più di un’ipotesi minacciosa».

«Di fronte a una situazione eccezionale, la risposta italiana è stata una soluzione politica altrettanto eccezionale, ma che difficilmente, terminata questa stagione, tornerà al punto dove il sistema di partiti, alleanze, catene di responsabilità e comando, si trovava prima dell’era Draghi».

«A caratterizzare quest’era, oltre a una capacità di decisione-azione già diventata metodo e marchio, c’è anche una invisibile ma percepibile intercapedine tra esecutivo vero e proprio (con l’impressione di un vertice operativo ancora più ristretto intorno alla figura del premier) e la parte abbondante del Parlamento che lo sostiene».

«Come se le indicazioni di Camera e Senato non fossero vincolanti e quindi non determinassero un’automatica presa in carico da chi avrebbe il mandato di renderle in qualche modo operative. È anche questo svincolarsi da temi non considerati prioritari, questa determinazione a fare l’indispensabile (o quello considerato tale) senza perdere tempo in mediazioni giudicate inutili, che rende questo governo diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto».

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