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Alessandro Terzulli (chief economist Sace): «Ripresa: le imprese che devono riformulare strategie e piani commerciali per l’estero»

Il Made in Italy raggiungerà i livelli di pre-pandemia. L’export nazionale di beni, grazie al forte rimbalzo dell’economia globale, corre e recupererà così 482 mld di euro nel 2021 in crescita dell’11,3% rispetto al 2020; +5,4% nel 2022 e +4% in media nel biennio successivo.

Tale ritmo, superiore di quasi un punto percentuale al tasso medio pre-crisi (+3,1%, in media annua, tra 2012 e 2019), consentirà di raggiungere nel 2024 il valore di 550 mld di esportazioni di beni. È quanto emerge dal Rapporto Export 2021 dell’Ufficio Studi di Sace dal titolo “Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemica”, tradizionale appuntamento giunto alla sua XV edizione e bussola per l’export italiano nel mondo, presentato oggi online su piattaforma Sky.

Nel 2021 e negli anni successivi, l’export del Made in Italy vivrà una ripresa “a macchia di leopardo” con una crescita rapida in alcuni mercati, di mero recupero del terreno “perso” nella crisi in altri e di risalita più lenta in altri ancora. «L’export italiano è tornato a crescere dopo l’interruzione della crisi pandemica» ha affermato Alessandro Terzulli, chief economist di Sace.

«Stiamo parlando di un vero e proprio “Ritorno al futuro”, da qui il nome della XV edizione del Rapporto Export di Sace, che si propone come una guida per le imprese che devono riformulare le proprie strategie e piani commerciali all’estero nella lettura di questo scenario complesso. L’estrema eterogeneità di questa ripresa non è semplice da decifrare e occorrono, oggi più che mai, chiare coordinate delle opportunità sia a livello settoriale che geografico».

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