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Sandra Zampa (sottosegretaria ministero della Salute): «Il Mes ci serve. Urgente necessità di una riflessione»

«Si è discusso, come sempre, ma stavolta avevamo un’urgenza enorme e alla fine è stata adottata la linea di rigore caldeggiata dagli scienziati».

Così la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, intervistata sulla Stampa da Fabio Martini, racconta il passaggio che ha portato alle decisioni contenute nell’ultimo Dpcm.

E rispetto alle critiche che piovono dal mondo del commercio e della cultura, Zampa concede: «Ognuna delle categorie che protesta ha una ragione, ma oggi siamo in lotta contro il tempo. Non c’è economia senza salute».

Le critiche stavolta sono più risentite di altre volte: il vostro decisionismo si esercita solo nel divieto? «Lo scopo di questo provvedimento è abbattere nell’arco di un mese la curva dei contagi. Abbiamo dovuto assumere il decreto con un’urgenza enorme perché se c’è una lezione che abbiamo imparato, è questa: non devi concedere un minuto di tempo al virus, che corre con un’accelerazione spaventosa. Dobbiamo correre più in fretta».

Dentro il governo si sono confrontate per giorni due linee: ha prevalso quella più radicale, portata avanti dal Pd e dal ministro della Salute Speranza? «Alla fine è stata adottata la linea indicata dagli scienziati. Erano partiti appelli da parte del Presidente della Repubblica, da parte di un gruppo qualificato di cento scienziati e non solo da loro. La massima precauzione è un principio superiore al quale devi ispirare ogni tua decisione. Si poteva fare un po’ meno o un po’ di più. Si è salvata la scuola, salvaguardando quel bisogno di istruzione, di vita sociale che si apprende nella prima parte della vita. Si è messo in salvo l’essenziale. Un po’ come quando devi abbandonare di corsa la casa e devi portare con te le cose più importanti».

La rinuncia al Mes col passare dei giorni rischia di trasformarsi in un atto d’accusa, non trova? «Dobbiamo mettere in circolazione subito quei soldi anche perché si potrebbero usare subito. Dobbiamo riaprire una riflessione. Urgentemente».

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