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Rocco Cangelosi (diplomatico): «Il messaggio criptato di Papa Francesco, nel tentativo di cercare la pace»

La ricerca di una via per la pace diviene sempre più complessa. Papa Francesco scende in campo dichiarando che non è il momento di andare a Kiev. Ci andrà dopo aver incontrato Putin, se questi offrirà una finestra di dialogo.

Allo stesso tempo avverte che “l’abbaiare della Nato alle porte di Mosca” potrebbe avere, se non provocato, facilitato la reazione di Putin, lasciando intendere che certe preoccupazioni russe dovrebbero essere prese in considerazione in un auspicabile negoziato che il Vaticano cercherà di facilitare.

Le parole di Papa Francesco vanno lette in parallelo con l’intervista rilasciata da Lavrov a Carta bianca su Rete4.

Al di là delle aberranti dichiarazioni infarcite di antisemitismo e distorsioni storiche, nelle parole del ministro degli Esteri russo ci sono due elementi che dovrebbero essere attentamente valutati.

Il primo riguarda la disponibilità al cessate il fuoco sulla base della situazione registrata sul terreno, se gli ucraini accetteranno di fermare i combattimenti.

Il secondo riguarda l’Italia: nell’affermare che non si sarebbe aspettato dal nostro Paese una posizione in prima fila contro la Russia, Lavrov agita una larvata minaccia, ma allo stesso tempo sembra esprimere rammarico per il ruolo che l’Italia avrebbe potuto giocare per una mediazione fruttuosa per porre fine al conflitto.

Forse la Russia è alla ricerca di una via d’ uscita e un’iniziativa autonoma europea per aprire la strada a un negoziato volto a ridefinire principi e misure di fiducia reciproca per la stabilità e sicurezza, potrebbe rappresentare un’alternativa credibile.

L’idea prevalente che un prolungamento del conflitto porterebbe all’indebolimento di Putin e forse alla sua caduta, sembra però allontanare la possibilità di un negoziato, e potrebbe risultare pericolosa per i rischi e i costi che potrebbe comportare, soprattutto per i Paesi europei.

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