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Pierpaolo Sileri (Sottosegretario alla Salute): «Entro fine giugno i due terzi di coloro che vogliono vaccinarsi avranno ricevuto almeno la prima dose»

Entro la fine di giugno «i due terzi di coloro che vogliono vaccinarsi avranno ricevuto almeno la prima dose. E a metà del prossimo mese registreremo un sensibile miglioramento, con una riduzione dei ricoveri. Termineranno le zone rosse nelle regioni». Lo dice in un’intervista a Il Messaggero Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute.

In aprile, prosegue, «non ci sarà alcun rallentamento». Le fiale stanno arrivando, «siamo già vicini a 10 milioni di dosi consegnate e 8 somministrate, da aprile conteremo su rifornimenti aggiuntivi di Pfizer-BioNTech e arriverà il vaccino di Johnson&Johnson, diciamo nella terza decade del mese».

Da Johnson&Johnson, stando al dato complessivo del trimestre, si aspettano «7,3 milioni di dosi. Io mi aspetto numeri crescenti per tutti i vaccini». Si ipotizza, realisticamente, «di ricevere 15 milioni di dosi al mese».

Entro la fine di giugno, «saranno state vaccinati con la prima dose almeno altre 30 milioni di persone che si aggiungeranno agli oltre 10 con cui chiuderemo marzo». Salvo che non cominci a circolare «una variante del virus che eluda i vaccini, cosa al momento non prevedibile, la strada è davvero in discesa».

Tra gli over 80, aggiunge, «sono 2,6 milioni i vaccinati con almeno una dose, a fine mese supereremo i 3 milioni, due terzi delle persone di quella classe di età». In poche settimane «avremo un calo significativo del numero dei morti sopra gli 80 anni».

Ci sono Regioni «come il Lazio, le Marche, l’Emilia-Romagna e il Veneto che stanno andando veloci. Altre come la Lombardia in cui, in alcune province, in alcune aree, le cose non vanno bene per niente». In Calabria, poi, «ci sono guai con i sistemi di prenotazione su cui sta intervenendo il commissario».

Dopo l’autorizzazione di Ema, conclude Sileri, «ben venga Sputnik, ma ben venga pure Sinovac, di produzione cinese. Ci può essere anche un’autorizzazione emergenziale di Aifa, ma in quel caso si potrebbe ragionare su un numero più limitato di dosi». Se riusciamo a velocizzare la campagna vaccinale «con forniture aggiuntive, il risultato sarà ottimo». Bisogna «anche puntare alla possibilità di produrre in Italia i vaccini».

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