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Cardinale Pietro Parolin (segretario di Stato Vaticano): «L’arretramento dei cattolici nella società è evidente»

I fedeli si sono allontanati dalla vita pubblica. Lo sostiene il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, che sottolineando l’arretramento degli ultimi 20 anni rimarca: «non penso solo alla rappresentanza politica. La rilevanza dei cattolici in politica interviene comunque in un momento secondario. Quello primario è la rilevanza nella società» sottolinea Parolin in un’intervista al Corriere della Sera «è lì che i cattolici devono essere presenti, visibili, testimoni di una visione e di uno stile di vita ispirato al Vangelo. Questa rilevanza precede l’altra, che ne dovrebbe costituire la conseguenza naturale».

Ci sono stati errori?

«Le cause di questo arretramento sono molteplici. La prima è la stessa crisi di fede, che a sua volta è in parte conseguenza della secolarizzazione. Una secolarizzazione che» spiega il segretario di Stato Vaticano «all’inizio di questo secolo, ha conosciuto un’accelerazione potente anche per effetto del processo tecnologico e digitale, il quale sta trasformando sempre più e sempre più velocemente i nostri stili di vita e il modo di pensare. Questa trasformazione ha colto di sorpresa anche l’istituzione ecclesiale».    

Il segretario di Stato Vaticano poi aggiunge: «Non dobbiamo pensare di certo a riproporre gli schemi del passato, ma a una presenza diffusa che, a partire dall’ambiente sociale e culturale, faccia emergere le istanze loro proprie: istanze che non sono esclusive dei cristiani, ma riguardano l’uomo in generale, di ogni luogo e tempo. Ma occorre che ve ne siano le condizioni. Prima tra tutte, garantire un’effettiva libertà religiosa, che implica la libertà di esprimere il proprio convincimento senza ostacoli o pregiudizi». Per Parolin tornare alla rilevanza dei cristiani «significherebbe, in positivo, la loro visibilità in tutti gli ambiti della vita pubblica e privata». 

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