”Il lavoro è anche amore sociale, fraternità civile”.
Lo ha sottolineato il Papa in occasione dell’udienza ai dirigenti e ai dipendenti di Terna.
”Ascoltare e cercare di rispondere alle domande è sempre un atto di responsabilità, anche quando non ci sono ancora risposte concrete da dare.
E, nei casi che sembrano insolubili, – ha raccomandato – occorre imparare l’arte di gestire i conflitti, per non farli degenerare ed esplodere; sapendo che, soprattutto nel vostro settore, la soluzione non sta nel prevalere di una parte sull’altra, sta nell’innovazione tecnologica e nella creatività”.
Nel ricordare che Terna ha un Comitato Etico, Bergoglio ha osservato: ”Sarebbe importante che ogni grande impresa, ogni grande banca avesse un comitato etico, possibilmente con membri esterni e indipendenti dalla proprietà e con rappresentanti dei lavoratori.
Perché gli effetti prodotti dalle grosse realtà economiche e finanziarie vanno ben oltre i loro confini”.
”Alcuni decenni fa – ha ricordato ancora Francesco – avete portato la luce anche nelle case dei poveri.
Quei tralicci e quei pali che trasportavano l’energia elettrica nelle campagne erano accolti con applausi, come si accoglie un grande dono.
Per capirlo dobbiamo tornare ai racconti dei nostri nonni che erano contadini, al giorno in cui pigiarono il primo interruttore e tutto in casa s’illuminò all’improvviso.
Molti, quella sera, dissero una preghiera per ringraziare di quel ”miracolo” che migliorava la loro vita, che permetteva ai figli di studiare meglio e a tutti di fare il bagno con l’acqua calda.
Ancora oggi, in certi villaggi dell’Africa e dell’Asia, si vedono di sera grappoli di giovani sotto i pochi lampioni a studiare, perché non hanno l’energia elettrica in casa.
Non è un caso che, durante le guerre, le prime infrastrutture colpite nelle città sono quelle elettriche, perché così si colpisce direttamente la vita delle famiglie, e si abbatte il morale della gente”.