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Paolo Giordano (Corriere della Sera): «Vaccini, attenzione alla trappola della polarizzazione»

Sul Corriere della Sera, Paolo Giordano avverte che ancora una volta dall’inizio della pandemia stiamo per cadere nella trappola della polarizzazione e mette in guardia dai rischi del fanatismo vaccinale.

«Negli ultimi giorni, sui social ma non solo, è facile imbattersi in posizioni estreme: accanto ai soliti anatemi no-vax, è comparsa una nuova forma di irragionevolezza, quella di chi si dichiara così esasperato dalla situazione e così ciecamente fiducioso “nella scienza” da supplicare che gli venga iniettata qualsiasi cosa, russa cinese cubana non importa, approvata dagli enti regolatori o meno».

«Ma tra i no-vax e gli indignados dell’interruzione di AstraZeneca si colloca la percentuale molto più cospicua degli italiani dubbiosi. La vaccinazione è un’azione molto più delicata di quanto venga normalmente proclamato, investe aree ampie dell’intimità e del credere: si tratta di farsi inoculare qualcosa, di alterare il nostro organismo, con tutte le suggestioni che ne conseguono».

«La campagna vaccinale – prosegue Giordano – è stata presentata da diversi esperti come una specie di interruttore, che raggiunta una certa soglia spegnerà il contagio, eliminando il problema del tutto. È un eccesso di semplificazione ed è probabile che non avverrà nulla del genere».

«Le soglie dell’immunità di gregge sono variabili e dipendono da molti fattori. Lo scenario più plausibile è quello di una transizione verso l’endemicità del virus, con recrudescenze stagionali. Almeno per un po’. Questo non significa affatto che lo sforzo in atto sia votato al fallimento, né che il nostro obiettivo sia lontanissimo».

«Al contrario. Esiste una tappa intermedia molto vicina, già in vista, passata la quale la nostra situazione sarà sostanzialmente diversa. Da qualche parte intorno all’ottanta per cento della popolazione vulnerabile vaccinata — della popolazione vulnerabile soltanto —, la curva dei contagi e quelle di ospedalizzazioni e decessi si disaccoppiano».

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