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Paolo Crepet (psichiatra): «Grande confusione su obbiettivo della campagna vaccinale, battuta di Draghi su psicologi 35enni è da bar»

Paolo Crepet, psichiatra, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Lo psichiatra ha parlato a proposito dell’accusa del premier Draghi ai giovani psicologi di saltare la fila per il vaccino. «Psicologo vuol dire tante cose diverse, mentre psichiatra o psicoterapeuta sono due categorie molto più chiare dal punto di vista della relazione con il pubblico. Uno psicologo potrebbe essere consulente della Ferrari e non vedere un paziente da 20 anni. Gli psicologi psicoterapeuti sono parte del Sistema sanitario nazionale molto spesso, sono dentro un reparto psichiatrico-ospedaliero e sono a tutti gli effetti operatori sanitari che stanno a contatto con malati. Il problema è che c’è una grande confusione su qual è l’obiettivo della campagna vaccinale. Prima si è detto che bisognava mettere sotto tutela le persone a rischio, quindi per fascia d’età, poi si è detto giustamente di mettere sotto tutela anche le persone che sono a rischio per la loro attività professionale».

A Crepet è già stato somministrato il vaccino. «Io sono stato regolarmente vaccinato in quanto medico. Ora, se si cambia improvvisamente strategia e si decide di punto in bianco di concentrarsi solo sugli over 70, basta dirlo, ma bisognava dire: cari medici, cari infermieri e cari psicologi, abbiamo pochissime dosi e quelle dosi le riserviamo ai più anziani. Per quanto riguarda la battuta sugli psicologi 35enni, sono convinto che non sia Draghi a scrivere queste cose, ma è un nonsense. Bisogna dire alla Nazione: oggi noi privilegiamo l’età, punto. La battuta sui 35 anni è una battuta da bar. Io a 35 anni ero laureato in medicina e specializzato in psichiatria e stavo in un ospedale quindi non capisco qual è la battuta. Un primo ministro che fa l’economista non può dire che gli psicologi non sono in prima linea, non ci vuole molto ad informarsi e a sapere che alcuni psicologi lavorano in ospedale».

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