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Nathalie Tocci (La Stampa): «La follia nucleare di Putin e la possibilità che accada»

Nathalie Tocci sulla Stampa si interroga sulla paura atomica e la follia di Putin: “È credibile la minaccia nucleare russa? – scrive l’editorialista – Questa è la domanda che angoscia l’Europa e gli Stati Uniti, così come altre potenze globali quali Cina e India, per non parlare dell’Ucraina, che ne sarebbe la prima vittima. Razionalmente la risposta è un no secco.

Ma la storia è piena di follie che, pur non cambiando l’esito di una guerra, sono tanto insensate quanto possibili.

È vero che Vladimir Putin ha parlato apertamente dell’uso dell’arma atomica. Lo fece all’inizio dell’invasione, in quella che sperava fosse una campagna di ‘shock and awe’ in salsa russa”.

Tocci sottolinea poi come non sia chiaro se la dottrina militare russa preveda la guerra nucleare in Ucraina: “Questa prevede l’impiego dell’arma nucleare solo in quattro circostanze.

Una di queste è l’eventualità di un attacco su territorio russo, ma solo se questo rappresenta «un rischio esistenziale per lo Stato».

A questo aggiungiamo una riflessione di fondo. Un’arma, inclusa quella nucleare, viene utilizzata per ottenere uno scopo. Quale sarebbe l’obiettivo strategico di un attacco nucleare russo in Ucraina? Un attacco dimostrativo, ad esempio nel Mar Nero, servirebbe a poco.

Durante la Guerra fredda – sottolinea Tocci – l’arma nucleare ha svolto una funzione di deterrenza proprio perché non è stata usata.

Sappiamo che la Russia queste armi le ha; usarle per dimostrarlo cambierebbe poco i nostri calcoli. Una bomba nucleare sul fronte, ossia nelle zone dell’est e sud dell’Ucraina, provocherebbe danni enormi. confini riconosciuti del Paese.

Infine, un attacco nucleare su Kyiv, provocherebbe non solo danni colossali ma anche una reazione internazionale ben oltre quella occidentale.

Dopo gli avvertimenti impliciti di Xi Jinping e Narendra Modi, è impensabile che Pechino e Nuova Delhi possano non alzare ciglio di fronte ad un attacco nucleare su una capitale di 3 milioni di abitanti.

A questo aggiungiamo la reazione dell’Occidente. La minaccia nucleare ha una forte ‘ratio’ politica. Un attacco nucleare no.

È politicamente inimmaginabile uno scenario in cui, ad attacco avvenuto, una fetta d’Europa alzi le mani e si consegni alla mercé del Cremlino.

Ma il fatto che l’uso dell’arma atomica sia irrazionale tanto militarmente quanto politicamente, in quanto non cambierebbe l’esito della guerra ma accelererebbe la disfatta di Mosca, vuol dire che non accadrà? Purtroppo no.

La storia – conclude – è piena di follie umane che, pur non cambiando le forze strutturali che animano guerra e pace, sono avvenute”.

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