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Mario Monti: “Vi spiego le differenze tra la riforma delle pensioni della Fornero e quella di Macron”

Il presidente Macron sta tentando con difficoltà di far approvare dal Parlamento una riforma meno ambiziosa della riforma Fornero, approvata in Italia quando Monti era presidente del Consiglio. A riflettere sul tema è lo stesso ex premier Mario Monti, sul Corriere della Sera. «Eppure, quella francese è una Repubblica presidenziale: il presidente ha grande forza in teoria, ma ben difficilmente può mettere in campo l’unità nazionale, come noi nella nostra modesta e imperfetta Repubblica parlamentare potemmo fare, su impulso del presidente Napolitano, con il più ampio voto di fiducia che il Parlamento abbia mai espresso e con le parti sociali dimostratesi molto responsabili».

«Inoltre, da noi la riforma delle pensioni non sarebbe bastata: per agire con equità e per ricostruire la fiducia dei mercati verso l’Italia, varammo – sempre in quelle due settimane – un ampio pacchetto con varie altre riforme, che gravassero in modo equilibrato sulle diverse parti politiche e sociali. Dovendo noi scontentare un po’ tutti, lo scontento riguardante le pensioni non ebbe altrettanto spazio nelle prime pagine. Macron invece ha dovuto concentrarsi «solo» sulle pensioni. Ha avuto la fortuna di creare meno infelicità complessiva di noi, ma più concentrata su una sola parte».

«Sono convinto» afferma Monti «che, con il presidente della Repubblica eletto direttamente dal popolo e al tempo stesso capo dell’esecutivo, l’Italia diventerebbe un Paese più conflittuale e meno governabile. Più conflittuale, perché toglierebbe di scena l’unica figura, il presidente della Repubblica eletto dal Parlamento a larga maggioranza, che a prescindere dal suo passato viene rispettato e riconosciuto da tutte le parti politiche ed esercita un ruolo di moderazione. Meno governabile, perché una piena contrapposizione tra maggioranza e opposizioni, come si osserva spesso negli Stati Uniti e in Francia – le due più collaudate Repubbliche presidenziali – rende quasi impossibile trovare quel consenso su misure necessarie e urgenti in situazioni di emergenza».

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