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Massimo Garavaglia (ministro Turismo): «Finalmente c’è il boom ma mancano 350 lavoratori»

Un anno fa – ricorda in un intervento su MF il ministro del Turismo Massimo Garavaglia – paragonavo il turismo a una macchina da Formula1 dietro la safety car: la pandemia aveva azzerato le distanze fra Paesi concorrenti.

Ora la safety car è rientrata ai box (e con lei le restrizioni per i viaggi), e la macchina del turismo nazionale è nelle posizioni di testa. Qualche numero per offrire un sostegno statistico alle città affollate da visitatori.

Nel secondo weekend di giugno le prenotazioni nelle strutture ricettive sono di soli 5,5 punti al di sotto del livello raggiunto nello stesso periodo del 2019: anno boom dell’industria turistica nazionale.

Il tasso di saturazione delle stanze è al 43% ed è in costante aumento di settimana in settimana. L’Enit misura ogni sette giorni l’andamento di ciò che avviene in Italia, ma anche di come sta andando la stagione nei Paesi concorrenti.

E nel nostro Paese il tasso di occupazione delle strutture ricettive è superiore dai 5 ai 10 punti a quello spagnolo, greco o francese.

Ma sebbene i sostegni siano un lontano ricordo per lasciare spazio al fatturato, il turismo nazionale conta colli di bottiglia esterni al settore che condizionano la competitività e l’efficienza del sistema.

A partire dall’occupazione. Al momento, mancano circa 300/350 mila addetti. Se un Paese con un tasso di disoccupazione al 9% lamenta carenze di personale in un settore nevralgico come il turismo è segno inequivocabile che qualcosa non funzione nel mercato del lavoro.

Strumenti come il Reddito di Cittadinanza, ma anche la Naspi, hanno distorto il funzionamento dell’ingranaggio fra offerta e domanda di lavoro.

E credo che sia quantomai necessario trovare rapida soluzione. Con una stagione come quella in corso non è possibile ascoltare le lamentele di albergatori che tengono chiuse stanze o di ristoratori che non accettano prenotazioni per i tavoli.

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